STRESS OSSIDATOVO
Gli appartenenti all'ordine dei psittaciformes, pur essendo tra i più longevi nel mondo aviario, sono sempre più a rischio estinzione per molteplici cause, il più delle volte provocate dall'uomo. Dal bracconaggio e dal commercio indiscriminato, dalla continua deforestazione che riduce gli areali di appartenenza e non ultimo per il cambiamento climatico. Sin dagli anni settanta dello scorso secolo, in risposta al progressivo calo delle popolazioni, per alcune specie sono iniziati dei progetti di conservazione che prevedono la detenzione in cattività con programmi di riproduzione, per una successiva reintroduzione nei territori d'origine (White; Young; Earnhardt). Recenti ricerche, utilizzando i registri degli zoo, hanno rivelato che mentre alcuni singoli pappagalli, in cattività possono vivere e superare 20 anni di età, la durata massima media della vita per la maggior parte delle specie
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ospitate è solitamente inferiore del 30% (Young). Nonostante molte specie ancora non prosperino in cattività, i progressi nella zootecnia dedicata, nell'ultimo decennio sembrano aver comportato una maggiore longevità negli zoo (Young). Altrettanto si può affermare per i pappagalli da compagnia. I successi riproduttivi possono essere relativamente bassi con una serie di fattori causali implicati, come il basso numero di spermatozoi, la bassa qualità di questi o degli ovuli e la mortalità degli embrioni (Hemmings; Young).
È stato suggerito che l'obesità, la mancanza di esercizio e la cattiva alimentazione abbiano tutti un impatto negativo sulle prestazioni riproduttive, sulla salute e sulla sopravvivenza in molti pappagalli, tutti fattori comuni negli animali da compagnia (Houston; Clubb; Tedesco ). Come accade nell'uomo, anche negli animali questi comuni fattori influenzano lo stress ossidativo.
Il termine Stress Ossidativo o “squilibrio REDOX” indica l’insieme delle alterazioni che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche (sono: lipidi, carboidrati, proteine e acidi nucleici) quando queste sono esposte ad un eccesso di agenti ossidanti. L’effetto è costituito da alterazioni metaboliche, danno e morte cellulare. Si ritiene che lo stress ossidativo, causato da uno squilibrio tra le specie reattive dell'ossigeno (sono specie chimiche, chimicamente reattive, contenenti ossigeno. I radicali liberi sono un prodotto di queste reazioni) e gli antiossidanti, sia un importante meccanismo intrinseco dell'invecchiamento. Gli esseri umani e i membri di altre specie, in particolare gli animali, sperimentano necessariamente l'invecchiamento e la mortalità (Rose). Gli ecologi hanno testato questa ipotesi negli uccelli, ma finora le prove a sostegno del legame tra stress ossidativo e durata della vita, sono state ambigue o contraddittorie. Le attuali teorie si basano sul concetto di danno, per cui l'accumulo di questo (ossidazione del DNA), sviluppando processi interni come la metilazione del DNA (particolare modificazione epigenetica ad opera del metile o gruppo metile, per semplificare ulteriormente potremmo dire che è il cambiamento morfologico di un gene ereditario), possono causare l'invecchiamento (Sohal e Weindruch; Finkel e Holbrook). Si è suggerito che questo stress possa essere un meccanismo cellulare chiave che vincola sia la durata della vita che le strategie della storia della vita (Costantini; Metcalfe e Monaghan). Da almeno un secolo si collega la tossicità dell'ossigeno all'invecchiamento delle cellule (Harman; Gilbert). I processi del metabolismo aerobico (modalità con cui, solo in presenza di ossigeno, le cellule riescono a convertire grassi, carboidrati e a volte le proteine, in energia) producono una varietà di strutture reattive (specie chimiche), denominate ROS; gli organismi si difendono da questi ROS (Finkel e Holbrook; Falnes) attraverso difese antiossidanti (sostanze in grado di neutralizzare i radicali liberi e proteggere l'organismo dalla loro azione negativa). Lo stress ossidativo si verifica quando la produzione di ROS supera le difese antiossidanti, che danneggiando le macromolecole biologiche, come le proteine e il DNA (Agarwal e Sohal; Sohal; Falnes), compromettono l'espressione genica (processo attraverso cui l'informazione contenuta in un gene viene convertita in una macromolecola funzionale), portando alla morte le cellule (Sohal e Weindruch; Finkel e Holbrook; Barja). Sebbene la produzione di alcuni ROS sia naturale e inevitabile, alla luce di quanto detto, si può affermare che i ROS non controllati causano danni ai lipidi, alle proteine e al DNA necessari per il mantenimento delle funzioni biologiche (Knight,). Lo stress ossidativo prodotto naturalmente ha portato all'evoluzione delle difese antiossidanti endogene (che derivano da fattori interni) nell'organismo di tutti gli animali (Surai). Alcuni antiossidanti vengono acquisiti anche attraverso la dieta, questo potrebbe aumentare le difese antiossidanti degli animali(Surai; Kolosova), compresi gli uccelli (Costantini e Møller; Woodall; Larcombe).
Esistono diversi meccanismi attraverso i quali le specie di uccelli in cattività potrebbero essere particolarmente vulnerabili allo stress ossidativo e ciò potrebbe avere importanti implicazioni oltre che per la conservazione delle specie anche per i soggetti da compagnia. Sono stati condotti moli studi e sperimentazioni in merito a questi meccanismi, ma personalmente ritengo che per noi appassionat, il più significativo e forse anche il più semplice da comprendere sia quello legato alla massa corporea.
A livello internazionale, per il benessere degli animali in cattività, una delle cinque libertà riconosciute è la "libertà, dalla fame, dalla sete o dalla malnutrizione". In pratica, ciò significa che a molti animali in cattività viene fornita una dieta ad libitum, partendo dal presupposto che laddove non si conosce il fabbisogno alimentare, come generalmente accade per gli uccelli in cattività(Koutsos; Kalmar), gli animali dovrebbero essere in grado di valutare le loro esigenze nutrizionali più correttamente rispetto ai loro custodi (Fidgett e Gardner). Questo purtroppo non accade, come abbiamo letto in altri argomenti, i pappagalli nostri ospiti, non dimostrano una grande ”saggezza nutrizionale” , spesso non forniamo loro una dieta adeguata e consumano più cibo del necessario (Kalmar) Questa situazione, combinata ad una restrizione o ad uno scarso esercizio fisico, comporta il raggiungi mento di una massa corporea non ottimale (Fidgett e Gardner).
Negli uccelli selvatici, un'elevata massa corporea è generalmente considerata un miglioramento della forma fisica, ma in cattività può potenzialmente segnalare "obesità", con coincidenti problemi di salute e prestazioni (Larcombe). L'obesità, o massa corporea non ottimale, è stata ripetutamente collegata a stress ossidativo e danno, sia perché può accelera re la produzione di ROS (Aroor e DeMarco) sia perché lo stress ossidativo in un eccesso di grasso corporeo è un importante meccanismo per le sindromi patogene (insieme di sintomi e segni clinici che costituiscono le manifestazioni cliniche di una o diverse malattie) legate all'elevata massa corporea (Furukawa).
Considerazioni:
Non volendo questo lavoro essere un saggio scientifico, non ho riportato la descrizione dettagliata degli studi (comunque disponibili sul web), mi sono limitato al riassunto di parti salienti che personalmente ritengo interessanti ed utili al nostro hobby. La conclusione che io ne traggo, e che spero sia condivisa, è che ancora una volta l'alimentazione può assumere una valenza molto importante legata a complessi processi chimici che avvengono nell'organismo dei nostri pappagalli.
Quindi?
Come abbiamo visto, questi radicali liberi probabilmente sono la causa di questo stress ossidativo. Dobbiamo tener presente che anche l'esposizione a tossine presenti nel nostro ambiente e lo stile di vita aumenta il carico di radicali liberi nel corpo. Le fonti includono scarsa qualità dell'aria interna, fumo passivo, pesticidi, prodotti per la pulizia a base chimica, prodotti per la cura personale e per la pulizia che contengono fragranze sintetiche artificiali, coloranti e aromi artificiali presenti negli alimenti trasformati, conservanti chimici, radiazioni, processi di trattamento dell'acqua e altri ancora. E' anche documentato che lo stress emotivo influisce negativamente. Quando è stressato, il corpo consuma antiossidanti, vitamine, minerali ed enzimi essenziali a un ritmo più veloce. Quando questi nutrienti metabolici vitali si esauriscono, la capacità del corpo di metabolizzare i radicali liberi dannosi diminuisce o si interrompe e si verifica il danno ossidativo. E' qui che entra in gioca l'alimentazione. E' indispensabile offrire alimenti che contengono elevate quantità di antiossidanti ed enzimi.
Gli antiossidanti sono disponibili in una varietà di forme, ognuna delle quali fornisce componenti chimici unici quando si legano ai radicali liberi. Numerosi dati di ricerca indicano che una combinazione di antiossidanti fornirà una maggiore protezione antiossidante rispetto a qualsiasi singolo antiossidante nutrizionale da solo. Fortunatamente, gli alimenti che contengono alti livelli di antiossidanti contengono naturalmente una miscela diversificata di questi nutrienti. Importanti antiossidanti che possiamo offrire con la dieta sono: vitamina A, C ed E, beta-carotene, luteina, acido alfa lipoico (molecola simile alle vitamine denominata ALA con un notevole potere ossidativo-riduttivo) e il superossido dismutasi (enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi denominato SOD, è l'unico antiossidante che prende di mira specificamente una molecola tossica di radicali liberi nota come superossido). Sia ALA che SOD li troviamo nei cavolini di Bruxelles, broccoli,piselli, pomodoro spinaci, melone carota, nei germogli di semi ed ancora.
Un'altra importante categoria di antiossidanti include le proantocianidine chiamate anche tannini condensati (sostanze naturali appartenenti allafamiglia dei olifenoli e al sottogruppo dei flavonoidi). Di questo sottogrppo ne sono stati classificati oltre 4.000 composti. La ricerca ha dimostrato che possono essere utili nel trattamento e nella prevenzione di molte condizioni di salute. Molte delle azioni “farmacologiche” di alimenti e succhi sono direttamente correlate al loro contenuto di flavonoidi. Le proantocianidine sono uno dei gruppi più benèfici di flavonoidi vegetali che hanno potenti effetti antiossidanti.
Un'altra importante proprietà biochimica delle proantocianidine è la loro capacità di inibire enzimi specifici che sono i precursori di infiammazioni artritiche, malattie degenerative delle articolazioni, reazioni allergiche e allergie. Sono ampiamente diffuse nel regno vegetale, ad esempio nei frutti e nelle bacche rosse, ma anche in altri come mela, uva, fragole, mirtilli, melagrana nelle noci ecc.
Quindi ambienti salubri, diete equilibrate con la costante presenza di frutta e verdura il più assortita possibile e
corretti quantitativi.
Bibliografia:
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