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Nutrizione e dieta
Non è facile capire alcuni principi di base sui pro e sui contro di ogni alimento in relazione a vitamine, minerali, proteine, carboidrati e grassi. In natura, si presume che agli uccelli venga mostrato dai genitori la giusta combinazione dei vari tipi di alimenti per soddisfare le loro esigenze di volo, crescita, riproduzione e vita. Questi alimenti “selvatici” sono stati selezionati attraverso migliaia di anni di evoluzione. In cattività tutto questo non è riproducibile. Nelle diete è fondamentale
riuscire ad offrire livelli, attualmente considerati ottimali, di nutrienti. Ancora oggi, molti pensano che l'alimentazione di base per un pappagallo possa essere costituita dai semi, nulla di più errato e pericoloso.
La problematica principale con le diete a base di semi non sono le loro carenze, che possono essere soddisfatte con gli integratori, ma il loro eccesso di grasso che non può essere ridotto prima della somministrazione.
Prima dell'insorgenza di sintomi visibili o di specifiche patologie, che solo un veterinario specializzato può diagnosticare, un osservatore attento può avere dei sospetti dall'osservazione delle feci. Un'elevata assunzione di grassi si traduce in feci piccole e compatte. Anche una bassa assunzione di acqua (l'acqua è un sottoprodotto del metabolismo dei grassi) può indurre a sospetti. Diete corrette con un basso contenuto di grassi producono feci molto più grandi, e gli uccelli bevono di più. E' comunque da sottolineare che ad oggi, la causa nutrizionale di una malattia, è di difficile individuazione in quanto, per molte specie di pappagalli, i valori nutrizionali devono ancora essere individuati. I requisiti nutrizionali che sono stati pubblicati, e che continuano a subire variazioni in funzione di nuovi studi, ancora per buona parte si basano su quelli da tempo noti per i polli, in quanto la fisiologia di questi ultimi, è simile a quella dei psittacidi.
Nella dieta giornaliera è di massima importanza un corretto equilibrio tra calorie totali somministrate rispetto al fabbisogno di energia dell'uccello. Questo valore è influenzato da molte variabili tra cui: specie di appartenenza, tipo di stabulazione (gabbia o voliera), attività fisica, peso, età, eventuali patologie ecc. La scienza veterinaria ha comunque individuato dei coefficienti (riferiti ad animali in buona salute) per determinare questo valore. Altro aspetto è la vita sedentaria della maggior parte degli uccelli da gabbia, che, insieme alla costante disponibilità di alimenti, porta ad un inevitabile eccesso di cibo. Conoscere la densità calorica (k/cal) necessaria in una dieta, è importante per poter determinare la quantità di cibo che l'uccello deve mangiare giornalmente. Anche se teorico, e un valore necessario per tracciare una linea guida. Le scuole di pensiero sull'alimentazione dei pappagalli sono ancora molteplici, alcune volte anche contraddittorie e molto spesso basate su stereotipi oramai superati. Alcuni sono fautori di una dieta il più possibile simile a quella “naturale” ma la sua riproduzione è pressoché impossibile, sia per il numero di vegetali disponibili in natura sia per le diversità organolettiche dei prodotti a nostra disposizione. Da non sottovalutare anche che, animali allo stato brado, hanno necessità nutrizionali diverse da quelli mantenuti in cattività. Sotto il profilo calorico, i soggetti da compagnia, hanno necessità dalle 10 alle 15 volte inferiori rispetto ai selvaggi, con conseguente ripercussione su tutti gli altri nutrienti. L'unica cosa che possiamo tentare di imitare è la varietà dei cibi offerti ed il tempo impiegato a cercarlo (foraggiamento). Questo per il benessere fisico e mentale dell'uccello. Le tabelle e i dati di seguito riportati sono frutto di studi (vedi fonti) atti ad individuare una dieta specifica per pappagalli che si dimostrino in buona salute basata sul peso specifico dell'animale, sul livello di attività e stabulazione oltre che a coefficienti specifici. Come dieta base (DB) si consiglia l'uso di un buon prodotto estruso specifico. Ci sono innumerevoli variabili che influiscono nel calcolo delle k/cal, le principali sono: temperatura ambientale, metabolismo individuale, fabbisogno energetico in muta, fabbisogno energetico in fase riproduttiva, malattie o altre condizioni mediche. Muta e riproduzione possono necessitare da un 30% sino ad un 200% di incremento di k/cal. Inoltre, le k/cal presenti negli alimenti coltivati sono soggette a variazioni in funzione della stagionalità, dell'andamento climatico, a diverse pratiche produttive (concimazioni, irrigazioni ecc.), allo stadio di maturazione ad altro ancora. Quanto di seguito ha l'obiettivo di stimare le k/cal in funzione della necessità di energia di un pappagallo in determinate situazioni senza nessun altro fattore di variabilità. Per qualsiasi dubbio consultare sempre e solo un veterinario specializzato.