DIETA SELVAGGIA
Per molti detentori di pappagalli, è cosa comune pensare che replicare il più possibile la dieta selvaggia per il proprio uccello, sia la cosa migliore da farsi. Secondo una revisione scientifica della dott.sa. Koutsos, questa idea non sarebbe corretta. Per molteplici motivi, una dieta selvatica per i pappagalli tenuti in cattività come animali da compagnia, non sarebbe adatta perché le loro esigenze nutrizionali sono diverse. “gli uccelli in cattività devono acquisire la stessa quantità giornaliera di nutrienti essenziali degli uccelli che
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vivono liberi ma con molto meno cibo consumato". Di conseguenza, le concentrazioni (g/kg) di aminoacidi, vitamine e minerali devono essere più elevate nelle diete in cattività rispetto alle diete selvatiche. Gli alimenti che possono essere sufficienti per un uccello selvatico possono essere inadeguati per lo stesso uccello tenuto in cattività. Inoltre, gli uccelli in natura non hanno sempre la saggezza nutrizionale per selezionare diete adeguate. Molti animali sono in grado di bilanciare i livelli di energia, aminoacidi e calcio nelle loro diete selezionando tra gli elementi dietetici, ma ci sono poche prove che gli animali possano selezionare livelli adeguati di molti altri nutrienti.” Lo stesso concetto viene espresso nel libro “nutrizione aviaria comparativa” di Kirk C. Klasing (purtroppo è disponibile solo in lingua inglese) il quale dice:
"Il fabbisogno energetico di un uccello è notevolmente più variabile rispetto al fabbisogno di altri nutrienti . Poiché normalmente in natura, gli uccelli mangiano una quantità di cibo necessaria per soddisfare il loro fabbisogno energetico, e l'assunzione di questo varia in base alla temperatura ambientale, al livello di attività e alla concentrazione di energia della dieta, se un uccello diminuisce il suo apporto a causa del minor fabbisogno energetico, il suo fabbisogno alimentare di altri nutrienti, espresso in percentuale, aumenta proporzionalmente”. Pertanto alimenti nutrizionalmente adeguati in natura, in cattività, data la sedentarietà degli uccelli e quindi la minore somministrazione di energia, possono risultare carenti.
In altre parole, la principale differenza tra i bisogni nutrizionali degli uccelli selvatici e degli uccelli da compagnia è che gli uccelli selvatici hanno bisogno di molte più calorie. La necessità di altri nutrienti non varia molto. Supponiamo che un pappagallo da compagnia abbia bisogno di un quantitativo cinque volte inferiore di calorie rispetto ad un animale selvaggio. Anche in termini di proteine dovrà averne un quantitativo cinque volte inferiore rispetto al selvaggio? Il dott. Klasing, dice di no! “Sebbene gli uccelli in cattività debbano consumare cibi con livelli di proteine relativamente alti, non è stato dimostrato che il loro fabbisogno proteico giornaliero su base mg al giorno differisca tra l'ambiente di cattività e quello selvatico ".
Ci sono anche altri micronutrienti, come la vitamina A, che apparentemente non sembrano correlati al livello di attività, quindi potrebbe non esserci alcuna differenza tra i bisogni degli uccelli selvatici e quelli da compagnia.
Abbiamo detto che gli uccelli non hanno una saggezza nutrizionale per selezionare diete adeguate, possono mangiare cibi ricchi di calorie e relativamente poveri di altri nutrienti. Il problema viene risolto mangiando abbastanza cibo affinché gli altri nutrienti si sommino sino a raggiungere il livello nutrizionale necessario. In cattività questo non funziona, se abbondiamo per raggiungere adeguati livelli di questi nutrienti, il nostro uccello riceverà troppe calorie, se manteniamo le calorie ad un livello appropriato avremo carenze degli altri elementi. Di seguito un esempio di fantasia che utilizza numeri facili da capire ma non realistici e non espressi nelle giuste quantità.
Ipotizziamo che un pappagallo selvatico abbia bisogno di 1000 grammi di calorie da grassi e carboidrati, 200 grammi di proteine e 10 grammi di vitamina A. Sappiamo che la dieta selvatica di questa specie è composta quasi interamente da un tipo di noci che contengono esattamente questi nutrienti nelle corrette proporzioni.
Diciamo che lo stesso pappagallo domestico ha bisogno di un decimo delle calorie (100 g), metà delle proteine (100 g) e esattamente la stessa quantità di vitamina A (10 g).
Chiaramente un tipo di noce come questa non esiste, ma se ci fosse e potessimo nutrire il nostro uccello come in natura, cosa accadrebbe? Il nostro uccello ha bisogno di 100 g di calorie, ma se mangiasse per soddisfare questo requisito riceverebbe 20 g di proteine (un quinto di ciò di cui ha bisogno) e 1 g di vitamina A (un decimo di ciò di cui ha bisogno).
Il nostro uccello ha bisogno di 100 g di proteine, ma se mangiasse per soddisfare questo requisito riceverebbe 500 g di calorie (cinque volte il necessario) e 5 g di vitamina A (la metà del necessario). Per soddisfare il fabbisogno di vitamina A, il nostro uccello dovrebbe mangiare la stessa quantità di cibo di quello selvatico, che ha 10 volte le calorie e il doppio delle proteine di cui necessita. Semplicemente non funziona. E' necessario trovare una dieta che fornisca ciò di cui il nostro pappagallo ha bisogno, non ciò di cui hanno bisogno i suoi cugini selvatici.
Chiaramente questo esempio è esasperato ma credo utile per comprendere il concetto. Alcune specie di pappagalli mangiano una dieta abbastanza monotona mentre la maggior parte hanno una dieta più varia. Con una dieta diversificata è teoricamente possibile regolare le proporzioni dei vari elementi per ottenere un risultato più adatto ad un uccello da compagnia. Rimangono comunque alcuni seri ostacoli per farlo. A differenza dell'esempio semplificato, la maggior parte delle volte non sappiamo esattamente cosa mangiano gli uccelli selvatici o qual è il contenuto nutrizionale di esso, o quali sono le differenze precise tra i requisiti di un uccello selvatico e di un animale domestico. Anche se avessimo tutte queste informazioni, probabilmente scopriremmo che non è possibile manipolare le cose in modo che tutto funzioni come desiderato, la dieta degli uccelli selvatici è orientata a un insieme di requisiti diverso da quello di cui il nostro uccello ha bisogno.
C'è anche una corrente di pensiero che presume sia un errore affermare che la dieta selvatica soddisfi tutte le esigenze nutrizionali degli uccelli allo stato brado. Ovviamente è abbastanza buona per far andare avanti la specie, ma potrebbe non fornire ciò di cui la maggior parte degli individui ha bisogno per vivere fino a tarda età. Una carenza nutrizionale potrebbe svilupparsi abbastanza lentamente da consentire con successo il continuo ripopolamento, ma a lungo termine portare a problemi di salute.
In generale non ci sono molti dati sullo stato nutrizionale degli uccelli selvatici, ad esempio, sembra che la carenza di vitamina B1 (tiamina) possa essere un problema diffuso in alcune specie (Balk et al, Cordis). Uno studio della PNAS (Accademia Nazionale delle Scienze USA) sostiene la possibilità che i cambiamenti climatici, causati dal riscaldamento globale, possano essere responsabili del cambiamento alimentare di alcune specie. La carenza di vitamina A è stata osservata negli uccelli acquatici che trascorrevano l'inverno in aree più a nord rispetto ai loro tradizionali terreni di svernamento e facevano affidamento come fonte di cibo su cereali carenti di vitamina A (Wobeser & Kost). Sempre in “ nutrizione aviaria comparativa” si dice che: "Le carenze di calcio nelle popolazioni di uccelli selvatici sono talvolta il principale limite al successo riproduttivo.", afferma che la carenza di manganese è stata osservata nelle oche selvatiche del Canada, sostie ne che gli uccelli selvatici che consumano pesci rancidi morti sono suscettibili alla carenza di vitamina E.
La maggior parte degli uccelli selvatici, indeboliti da una carenza nutrizionale, sarebbero probabilmente eliminati da un predatore, prima che la situazione diventasse abbastanza grave da farli morire effettivamente per una malattia correlata alla dieta, e nella maggior parte delle volte, un osservatore umano non avrebbe modo di saperlo.
Conclusioni
Tutti i vegetali che offriamo ai nostri pappagalli sono stati modificati da secoli o millenni di coltivazioni selettive e sono significativamente diversi dalle piante selvatiche originarie. Quindi, a meno che non ci si rechi negli areali d'origine dei nostri uccelli, questo è ciò che possiamo somministrare loro. Ritengo ci sia più attenzione a ciò che si da rispetto a ciò che c'è dentro. Credo sia necessario e fondamentale offrire loro pacchetti di macro e micronutrienti appropriati allo stile di vita che conducono e stili di vita diversi richiedono proporzioni diverse di questi nutrienti. Non possiamo rendere una dieta selvatica adatta a un uccello in cattività semplicemente cambiando la quantità totale che l'uccello mangia.
Bibliografia:
Koutsos EA, Matson KD, Klasing KC. Nutrition of birds in the order Psittaciformes; Klasing KC. Comparative Avian Nutrition; L.Balk G.Akerman Wild birds of declining European species are dying from a thiamine deficiency syndrome; Authors: Wobeser, G., and Kost, W. Starvation, Staphylococcosis and vitamin a deficiency among mallards overwinterng in Saskatchewan