LIPIDI, GRASSI, ACIDI GRSSI
A traino del tema “aterosclerosi” vorrei soffermarmi
sul' importanza degli acidi grassi essenziali nella dieta dei pappagalli. Per rendere più comprensibile il tutto, credo sia utile, per sommi capi, affrontare l'argomento “lipidi” in generale per fare un po' di chiarezza su molti termini a volte usati impropriamente. Come abbiamo potuto leggere nella sezione dedicata ai “gruppi alimentari costituenti”, le sostanze che facciamo assume
.jpg)
re ai nostri uccelli con la dieta, possono essere sommariamente divise in due categorie:
) micronutrienti, ovvero sostanze come vitamine e sali minerali che NON forniscono energia e di cui necessitano in piccola quantità, sebbene preferibilmente tutti i giorni.
) macronutrienti, ovvero sostanze che offriamo in quantità maggiori ed in grado poter essere usate anche come fonte energetica, che sono carboidrati, proteine, grassi o lipidi.
I grassi (noti chimicamente come lipidi) sono la fonte di energia più concentrata che sovente, purtroppo, si trovano nella dieta in quantità inappropriate. Vengono definiti tali in base ad una loro caratteristica peculiare, ovvero l’incapacità assoluta o quasi di sciogliersi in acqua. Quello che mettiamo nelle mangiatoie tutti i giorni non sono in realtà carboidrati, proteine e grassi in quanto tali, ma alimenti che li contengono, in proporzioni più o meno
variabili.
Grassi o lipidi?
I lipidi si troviamo un po’ in tutti gli alimenti, ma questo termine racchiude in realtà una numerosa lista di molecole anche molto diverse tra loro, spesso si usano i termini grassi e lipidi come sinonimi, come ho fatto io finora, ma se proprio volessimo essere precisi in realtà andrebbero distinti. I lipidi andrebbero divisi in: semplici (trigliceridi), composti (fosfolipidi, lipoproteine, glicolipidi), derivati (tra i più importanti troviamo il colesterolo, la vitamina D e gli ormoni steroidei). Il termine “grassi”, che tecnicamente si riferisce solamente ai trigliceridi (esteri degli acidi grassi) viene erroneamente utilizzato per riferirsi a tutti i lipidi. Una distinzione che si fa invece per i grassi propriamente detti, ossia per i trigliceridi, è quella tra grassi (trigliceridi solidi a temperatura ambiente, per lo più di origine animale) ed oli (trigliceridi liquidi a temperatura ambiente, presenti soprattutto negli alimenti di origine vegetale).
Acidi grassi:
Senza voler entrare in tecnicismi chimici parlando di catene di carbonio e idrogeno o di legami chimici tra molecole di carbonio, che sarebbero incomprensibili per chi non ha basi di chimica, semplifichiamo il tutto dicendo che gli acidi grassi sono i mattoni per i grassi e gli oli. Poiché spesso lo leggiamo, possiamo dire che si dividono in: saturi, insaturi o polinsaturi, in funzione della lunghezza della catena e dei doppi legami che ci sono tra le molecole di carbonio. Ora, tralasciando il fatto che tutti sono utili perché fonti di energia, generalizzando molto, possiamo dire che i saturi sono “cattivi” perché causa di problemi cardiovascolari (aterosclerosi) mentre gli insaturi e i polinsaturi sono associati ad un probabile meccanismo di prevenzione. Ma non tutto è così distinto; i trigliceridi naturali in genere contengono diversi acidi grassi, saturi e non, anche sulla stessa molecola; ad esempio nella maggior parte degli oli vegetali si osservano in ordine:
-
acido palmitico (saturo)
-
acido oleico (insaturo) oppure linoleico (polinsaturo)
-
acido stearico (saturo).
Tra gli acidi grassi polinsaturi si distinguono gli essenziali.
Acidi grassi essenziali:
Tutti gli animali, compresi i pappagalli, richiedono determinati livelli di un'ampia gamma di nutrienti per vivere e rimanere in salute. La maggior parte dei nutrienti ingeriti, viene scomposta e poi ricostruita in altri composti biologici necessari per funzioni specifiche. Ci sono tuttavia un certo gruppo di nutrienti richiesti dal corpo, che non possono essere costruiti da zero o modificando altri nutrienti. Sono definiti "essenziali" perché senza questi nutrienti specifici molti dei percorsi chimici del corpo non funzionerebbero correttamente influenzando il metabolismo quotidiano. Gli "acidi grassi essenziali" appartengono ad uno di questi gruppi e non sono sintetizzati dall'organismo, quindi devono essere forniti dalla dieta. Ce ne sono tre: linoleico, linolenico e arachidonico . Per l'esattezza sarebbero 2+1 in quanto l'arachidonico e sintetizzato dall'acido linoleico. L'acido grasso linolenico e i suoi derivati, appartengono alla famiglia degli “omega 3” ; l'acido grasso linoleico e derivati, appartengono alla famiglia degli “ omega 6”. I numeri nei nomi si riferiscono a dove si verifica il primo doppio legame nella spina dorsale della molecola, nella terza o nella sesta posizione. Il fabbisogno dietetico degli acidi grassi omega 3 non riduce il fabbisogno di acidi grassi omega 6 perché non sono intercambiabili. Entrambi sono richiesti dal corpo ed entrambi devono essere consumati nel giusto equilibrio per una salute ottimale. L'equilibrio tra queste due famiglie di acidi grassi è importante, perché livelli più elevati di omega 6 sembra favoriscano l'infiammazione, mentre livelli più alti di omega 3 sono antinfiammatori. Molto probabilmente gli omega 6 agiscono come precursore delle prostaglandine proinfiammatorie, dei leucotrieni e dei trombossani (sostanze classificate come ecosanoidi che aumentano le reazioni allergiche, la proliferazione cellulare, la pressione sanguigna, le reazioni infiammatorie, l’aggregazione piastrinica, la trombogenesi e il vasospasmo, producono il colesterolo LDL e diminuiscono il colesterolo HDL). Questi prodotti sono il risultato del processo infiammatorio. Una volta presenti creano una cascata di eventi che continuano e amplificano il processo infiammatorio. Quando gli acidi grassi omega sono in equilibrio, questa cascata di infiammazione viene smorzata. Questo aiuta il sistema immunitario a funzionare correttamente e permette agli organi di funzionare normalmente.
Al fine di interpretare anche altri scritti che probabilmente avrete modo di leggere, vi elenco delle abbreviazioni che a livello internazionale vengono utilizzate quando si parla di questo argomento:
EFA acidi grassi essenziali
AA acido arachidonico
ALA acido a-linolenico
LA acido linoleico
DHA acido docosaesaenoico
EPA acido eicosapentaenoico
HDL lipoproteine ad alta densità
LDL lipoproteine a bassa densità
PUFA acidi grassi polinsaturi
UFA acidi grassi insaturi
Quando pensiamo agli EFA, stiamo parlando in particolare di omega 3 e omega 6. Gli EFA supportano molte funzioni corporee, sono necessari per la struttura e la funzione della membrana cellulare, per il metabolismo, per la crescita e lo sviluppo dei giovani uccelli compresa la crescita delle piume, per il successo della schiusa, la qualità del guscio delle uova, le dimensioni dei piccoli e i tassi di sopravvivenza dei giovani. Gli EFA svolgono un ruolo anche nella risposta immunitaria e aiutano a regolare la coagulazione del sangue. Quando gli EFA sono carenti nella dieta del nostro uccello, si può avere una infiammazione cronica in molte parti del corpo, inclusi vasi sanguigni, articolazioni e pelle. Inoltre, gli EFA sono necessari affinché il corpo assorba le vitamine A, D, K ed E.
Omega 3:
Sebbene gli acidi grassi omega 3 nella dieta siano stati ampiamente studiati nel pollame, nonostante i potenziali benefici per la prevenzione e il trattamento dell'aterosclerosi, dell'osteoartrite e di altri processi patologici cronici, non sono ancora stati indagati in modo prospettico e approfondito negli psittacidi. Questi acidi grassi includono l'acido alfa-linolenico (ALA), l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico (DHA) insieme ad altri denominati acidi grassi intermedi. Per quanto riguarda il nostro uso, nell'alimentazione dei pappagalli, le fonti maggiori per l'ALA sono: semi di lino, di kiwi, di chia e le noci. La principale fonte di EPA e DHA è il pesce grasso. Gli effetti più benèfici sulla salute, per quanto riguarda l'aterosclerosi, sono stati forniti dal EPA e dal DHA. L'aumento della quantità di acidi grassi omega 3 rispetto agli acidi grassi omega 6 determina uno spostamento dei profili degli acidi grassi plasmatici e piastrinici. La sostituzione dell'acido arachidonico (AA) con l' EPA limita la quantità di AA che può essere incorporata nelle membrane cellulari o trasformata in eicosanoidi (gruppo di ormoni derivati dagli acidi grassi essenziali a lunga catena), che provocano una risposta infiammatoria. Pertanto, l' EPA può ridurre il rischio di aterosclerosi. Ma i nostri uccelli non si nutrono di pesce! Alcuni benefici possano derivare dall' ALA e dagli intermedi. Per i più interessati c'è uno studio relativo alla convertsione del'acido α-linolenico nei derivati omega-3 a catena lunga nei parrocchetti monaci
https://www.researchgate.net/publication/236249343
Omega 6:
La maggior parte degli alimenti che forniscono una buona fonte di omega 3 forniscono anche omega 6 (ma non sempre viceversa). Sono presenti nella frutta a guscio come: mandorle, pinoli, pistacchi, noci pecam, noci brasiliane, nocciole, semi di girasole, semi di zucca, cereali, uova ecc.
Considerazioni:
Nonostante si tendi ad enfatizzare l'importanza e la somministrazione degli omega 3, questi sono altrettanto importanti quanto gli omega 6. Anche una loro carenza può causare seri problemi al nostro pappagallo: pelle secca, fragilità del piumaggio, comparsa di “forfora” (da non confondere con la polvere naturale delle piume), maggior predisposizione allo sviluppo di cancerogenesi. Di particolare nota è che gli autori di alcuni studi, sono concordi sul fatto che sembra freni i disturbi del comportamento. Si ritiene inoltre che gli uccelli possano avere una capacità limitata di conversione degli omega 3 in omega 6. Comunque, di massima, ciò non presenta quasi mai un problema in quanto nei prodotti che normalmente utilizziamo nelle diete dei nostri uccelli, sono preponderanti rispetto agli omega 3. Ma questo è anche il motivo per cui dobbiamo mettere la massima attenzione nel formulare le diete, ponendo attenzione ai contenuti dei singoli alimenti. Le varie sperimentazioni effettuate sia sul pollame che sui psittacidi, dicono che un rapporto ottimale dovrebbe essere di 1:1 (una parte di omega 3 e una parte di omega 6). Gli omega dietetici non si trovano da soli nel cibo, arrivano in un "pacchetto di grassi" più grande, e questi sono grassi che, in eccesso, sono dannosi. Ovviamente non esiste un bilancino che ci permetta di ottemperare a questi requisiti, e se anche ci fosse non potremmo dedicare troppo tempo per queste operazioni. Diventa quindi necessario prestare molta attenzione quando si offrono cibi ricchi di omega, e come per tutti gli aspetti di una dieta, elementi essenziali e non essenziali andrebbero offerti in equilibrio e consumati con moderazione.
Anche la pectina, fibra solubile presente nella frutta, nella dieta ha ridotto l'insorgenza di aterosclerosi (Petzinger e Bauer, 2013). Tuttavia, troppa pectina, può comportare una diminuzione dell'assorbimento dei nutrienti dall'intestino, pertanto dovrebbe essere somministrata con moderazione alla maggior parte delle specie.
Leggo sovente di ospitanti di pappagalli, che cercano informazioni sui vari gruppi in merito ad integratori alimentari. Abbiamo letto in questo scritto che diete contenenti livelli relativamente elevati di acidi grassi omega 3 riducono la presenza dell'aterosclerosi. L'integrazione con oli può essere una soluzione. Ricerche più recenti, indicano che l'olio di pesce può essere più efficace a questo scopo, rispetto all'acido alfa-linolenico, il tipo di omega-3 presente nelle piante e nell'olio di semi di lino. L'integrazione con olio di pesce può essere un'ottima aggiunta alla dieta di molti pappagalli da compagnia. Mi permetto di raccomandare a tutti di non somministrare mai nessun tipo di integratore senza una specifica prescrizione fatta da un veterinari aviario di provata esperienza. Quando molto genericamente e impropriamente parliamo di “meccanismi” non dobbiamo pensare a delle macchine con ingranaggi dove, forse un po' di olio ci risolve il problema, stiamo parlando di delicatissimi e sofisticatissimi “meccanismi chimici” dove anche un “niente” può creare disastri e compromettere la salute ed il benessere del nostro ospite.
Ecco, quando pensiamo ai nostri pappagalli pensiamo prima di tutto a questo, mai fare di "testa nostra".
Bibliografia:
C.R. Heinze; Effect of dietary omega-3 fatty acids on red blood cell lipid composition and plasma metabolites in the cockatiel (Nymphicus hollandicus.)
Marilu Anderson, nutrition and bird behavior consultant -
C. Petzinger et al. , 2013. Conversion of α-linolenic acid to long-chain omega-3 fatty acid derivatives and alterations in HDL density subfractions and plasma lipids with dietary polyunsaturated fatty acids in monk parrots ( Myiopsitta monachus)
Reavill DR. Tumors of pet birds. Vet Clin North Am Exot Anim Pr . 2004;7(3):537-560.
Bavelaar FJ, Beynen AC. (2004). "Atherosclerosis in parrots: a review." Vet D. 26:50-60.
Das UN. (2006). "Essential fatty acids: biochemistry, physiology and pathology." Biotechnol J. 1:420-439.
Petzinger C, Heatley JJ, Cornejo J, et al. (2010). "Dietary modification of omega-3 fatty acids for birds with atherosclerosis." J Am Vet Med Assoc. 236(5):523-527.
Pees M, Krautwald-Junghanns ME. (2006) "Assessment and treatment of the cardiovascular system." In: Harrison GJ, Lightfoot T, eds. Clinical avian medicine. Vol 1, 379-394. Palm Beach, Florida: Spix Publishing.
nsenberger K, Richards C, Zhuge Y, et al. Decreased ovarian cancer severity and increased survival in hens fed a flaxseed-enriched diet for 1 year. Gynecol Oncol 117(2): 341-347, 2010.
Bavelaar FJ, Beynen AC. Atherosclerosis in parrots. A review. Vet Q 26(2): 50-60, 2004.
Garner MM, Raymond J. A retrospective study of atherosclerosis in birds. Proc Annu Conf Assoc Veterinary Avian Assoc ; 2003. Pp: 59-66.
Gurr MI, Harwood JL. Dietary lipids: implications for health and disease. In: Gurr MI, Harwood JL, Frayn KN. Lipid biochemistry: an introduction, 5th ed. New York, NY: Wiley-Blackwell; 2002. Pp: 163-245.
Htin NN, Zulkifli I, Hair-Bejo M, et al . Effects of dietary linoleic and linolenic fatty acids on immune response and resistance to infectious bursal disease (IBD) in broilers under heat stress conditions. Arch Geflugelk 71: pp: 258-266, 2007.
Johnson J, Phalen DN, Kondik VH, et al . Atherosclerosis in psittacid birds. Proc Annu Conf Assoc Veterinary Avian Assoc ; 1992.
Pees M, Krautwald-Junghanns ME. Evaluation and treatment of the cardiovascular system. Clinical avian medicine . Harrison-Lightfoot. Palm Beach, Florida: Spix Publishing, Inc; 2006. Pp: 379-394.
Petzinger C, Heatley JJ, Cornejo J, et al. Dietary modification of omega-3 fatty acids for birds with atherosclerosis. J Am Vet Med Assoc 236(5): 523-527, 2010.
Pilni AA. Retrospective of atherosclerosis in Psittacine birds: clinical and histopathological findings in 31 cases. Proc Annu Conf Assoc Veterinary Avian Assoc ; 2004. Pp: 349-351.
Ross R. Atherosclerosis: an inflammatory disease. N Engl J Med 340(2):115-126,1999.
St. Leger J. Avian atherosclerosis. Zoo animal and wildlife medicine: current therapy . Fowler and Miller. St. Louis, MO: Saunders-Elsevier, Inc; 2008. Pp: 200-205, 2008.