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Gabbie
Nonostante l'importanza, l'argomento gabbie sembra essere un tema a cui viene posta poca attenzione e poco discusso al contrario di quanto meriterebbe. L'acquisto di una gabbia è di secondaria importanza solo rispetto alla scelta della specie di uccello che dovrà ospitare. Molto spesso, per una gabbia adeguata, l'investimento necessario è superiore al costo dell'uccello stesso. Purtroppo questo fatto, comporta molto spesso scelte errate. E' fondamentale considerare che se avremmo la capacità di gestire e soddisfare al meglio le esigenze del nostro ospite e se saremmo un po' fortunati, la sua compagnia ci allieterà per molti, molti anni.
A parte l'aberrazione delle gabbie a forma cilindrica, non entro nel merito perché spero che tutti abbiano compreso le motivazioni dell'inopportunità di acquistarne una, la regola empirica molto semplice è: acquistare la gabbia più grande che ci si può permet

tere. Tuttavia, se non ci si può concedere una gabbia abbastanza grande da ospitare comodamente la specie che si desidera, non si dovrebbe prendere quella specie di uccello. E' sicuramente offensivo e crudele costringere un animale a vivere in una gabbia troppo piccola.

Quindi qual'è la grandezza opportuna? Gli uccelli non volano su e giù come un elicottero, quindi ai fini dell'esercizio, la dimensione che conta è lo spazio orizzontale offerto da una gabbia, non la sua altezza. L'altezza fornisce solo l'illusione della dimensione perché sembra non invadere troppo lo spazio dell'abitazione umana. Secondo le mie esperienze, se un pappagallo non esce sovente per esercitarsi nel volo, ha bisogno di uno spazio orizzontale e di profondità 2/3 volte l'apertura alare. Gli uccelli con creste o code lunghe avranno anche bisogno di un'altezza necessaria per evitare che le piume tocchino il tetto o la griglia inferiore della gabbia. Tuttavia questa “aritmetica” di base, non tiene in considerazione i livelli di attività delle varie specie. Pappagalli come lori, lorichetti o caicchi, nonostante siano considerati di piccola taglia, dato il loro livello di attività smisuratamente elevato, necessitano di gabbie molto più grandi di quanto indicherebbero le loro dimensioni. Altra considerazione che non viene mai fatta è lo spazio utile che viene sottratto da tutti gli accessori necessari al benessere del nostro ospite: posatoi, giochi, scalette, altalene, corde, piattaforme, ciotole per il cibo e l'acqua ecc. La dimensione opportuna rimane comunque un argomento controverso, il web è ricco di tabelle riportanti misure, a volte anche contraddittorie tra loro, ed anche il legislatore ha fatto la sua parte indicando grandezze improponibili per un ambiente domestico, quindi per la maggior parte dei detentori di pappagalli. Ai sensi del D.lgs 30 dicembre 1992, n. 529 "Attuazione della direttiva 91/174/CEE relativa alle condizioni zootecniche e genealogiche che disciplinano la commercializzazione degli animali di razza", le regioni a cui è stato affidato l'onere, hanno emanato delle leggi "Norme per il benessere e la tutela degli animali di affezione" in cui, in alcuni casi, sono riportate anche queste misure e le varie ammende per i trasgressori. Negli ultimi mesi, a queste leggi regionali, sono state apportate delle variazioni specifiche per la detenzione di animali esotici.

 

Quale gabbia scegliere:

il mercato offre un'infinità di gabbie diverse per stile, materiale, colore. Anche in questo caso la scelta migliore dipenderà dalla specie di pappagallo e dalle esigenze dell'acquirente. A grandi linee possiamo dividere le gabbie in tre tipi: a tetto apribile con possibilità di avere un trespolo per far uscire il pappagallo e permettergli di rientrare a piacere (possono creare problemi ai principianti che non sono in grado di convincere un pappagallo a lasciare volontariamente il trespolo alto per chiudere l'uccello in gabbia per la notte o a necessità. Può comunque essere utilizzato in un secondo momento quando il nostro ospite sarà educato ed avremo acquisito un po' di capacità), a tetto gioco con lo spazio per una piccola “palestra”attrezzata (stessa problematica del tipo precedente, se i proprietari non hanno adeguatamente educato i loro pappagalli, farli scendere da una gabbia può essere una sfida). o a tetto solido che può essere piatto o arrotondato. Questo tipo di gabbia non si apre superiormente, né ha un'area di gioco specifica. Alcuni modelli possono comunque avere un'apertura a ribalta nel lato anteriore sopra la porta. Qualsiasi tipo di gabbia si decida di scegliere, è importante ci siano almeno due lati che abbiano le barre predisposte orizzontalmente in modo da facilitare l'arrampicata.

 

Questione di altezza o”dominanza dell'altezza”:

anche se non si può generalizzare perché non tutti lo fanno, alcuni pappagalli tendono a presentare comportamenti più problematici quando sono in una posizione più alta rispetto ai loro proprietari.

Ci sono molte ipotesi sul motivo per cui ciò può accadere ma nessuna prova scientifica a confermare o a smentire. Ciò che conta è un'adeguata educazione, insegnare a salire e scendere dalla mano o dal trespolo risolve il problema abbastanza bene. Il mio amazzone oratrix possiede una gabbia abbastanza alta e quando esce e vi si posiziona sopra è più alto di me. Quando mi avvicino alla gabbia è sempre lui spontaneamente a scendere ed a posizionarsi all'altezza del mio viso, ha imparato con l'esperienza che questo comportamento lo premierà con un “grattino” o con una leccornia. Per precisare, anche se in molti sono giunti a questa conclusione, tenere un pappagallo sotto il livello degli occhi non sempre garantisce un “buon comportamento”. Quindi nella scelta di una gabbia o di un trespolo, a mio avviso e per mia esperienza, l'altezza non influisce sempre sul comportamento di un pappagallo, può invece creare problemi nella manutenzione e nella pulizia laddove per questa causa si avessero difficoltà ad arrivare in punti troppo alti, questo in particolar modo per persone di bassa statura.

 

Sicurezza:

quando si sceglie la gabbia, come abbiamo detto più grande possibile, dobbiamo porre anche attenzione su altri aspetti non meno importanti. In primo luogo dobbiamo valutare la spaziature tra le barre. E' importante che l'uccello non riesca ad infilarvi la testa, pericoloso per la sua incolumità, potrebbe ferirsi gravemente nel tentativo di liberarsi. A causa di questa possibilità bisogna porre molta attenzione quando si considera di ospitare uccelli di piccola taglia in gabbie molto spaziose. In linea di massima per taglie piccole (ondulati, calopsitte, parrocchetti, caicchi ecc.) la spaziatura dovrebbe essere di circa 1/1,5 cm, per taglie medie (amazzoni, grigi africani, ecletti ecc.) dai 2/3cm, per specie più grandi 3/4 cm. Secondo aspetto, altrettanto importante è il diametro delle sbarre. Tutti, più o meno, abbiamo esperienza di un morso di pappagallo, evento non proprio piacevole. Possiamo dire che la forza esercitata dipende dalla grandezza del becco e non dell'uccello. Più appropriatamente si chiama “pressione del morso” in quanto la misurazione determina quanta pressione esercita il morso sull'oggetto che viene morso. La pressione viene misurata in PSI (libra per pollice quadrato). Un kg. di forza per cm. quadrato equivale a 14,223595172 PSI. L'uomo può arrivare sino a 162 PSI, l'animale con la maggior forza e il coccodrillo del Nilo con ben 5000 PSI. I pappagalli, a seconda della specie, possono esercitare una pressione che varia dai 200 ai 400 PSI. Da questi dati si evince facilmente l'importanza di scegliere gabbie con barre di diametro adeguato per evitare che il nostro uccello possa facilmente romperle, piegarle o far saltare le saldature con il pericolo di un conseguente ferimento o fuga. Se si acquista personalmente una gabbia, cosa auspicabile, è consigliabile far scorrere la mano all'interno per accertarsi che non vi siano spigoli vivi, speroni taglienti o quant'altro possa causare lesioni al nostro ospite o a chi si occuperà della pulizia. Altra cosa da verificare è l'assenza di recessi dove possa depositarsi sporcizia difficile da individuare ed eliminare. E' importante che le ciotole destinate agli alimenti e all'acqua (preferibilmente in acciaio inox) siano di facile accesso, possibilmente con sistemi di antiribaltamento e con chiusure a prova di pappagallo, questo vale anche per la porta od altri accessi alla gabbia. Non sottovalutare mai l'astuzia e la capacità dei pappagalli nell'aprire chiusure anche se ritenute sicure. E' auspicabile che la gabbia sia dotata di una griglia inferiore al fine di evitare che il nostro uccello possa “razzolare” tra deiezioni od alimenti scartati, preferibilmente estraibile per facilitarne la pulizia. Altresì, è indispensabile la presenza di un piatto al disotto di questa griglia per raccogliere ed eliminare lo sporco prodotto dall'uccello. Non potranno mancare posatoi, possibilmente in legno naturale, in numero sufficiente e dai diametri diversi, sempre in relazione alla specie che si intende ospitare. Alcuni si soffermano sul colore, io suggerisco il bianco o coli chiari dove sia più facile individuare tempestivamente lo sporco, eventuali danneggiamenti o traccie di ruggine.

 

Materiali di costruzione:

negli ultimi decenni si è iniziato a parlare genericamente di gabbie “atossiche”, ora questo aggettivo è fortemente forviante in quanto, ad oggi, non esistono gabbie che possano vantare questo pregio, possiamo altresì affermare che ci sono gabbie costruite con materiali potenzialmente meno tossici di altri.

Il materiale che principalmente viene usato per costruire le gabbie è l'acciaio. Senza entrare troppo nel dettaglio sono essenzialmente due i tipi utilizzati: acciaio al carbonio (quello che noi comunemente indichiamo come ferro) e l'acciaio inox.

L'acciaio al carbonio

è una lega composta da ferro e carbonio (< al 2,1%) con eventuale aggiunta di altri elementi. Per quanto concerne il nostro utilizzo ha una bassa resistenza all'ossidazione e alla corrosione. Per ovviare a questi, ed altri problemi, il materiale può venire sottoposto a processi di “galvanizzazione” cioè all'elettrodeposizione di leghe di zinco e nichel che ne determinano un aumento in termini di protezione contro la corrosione, resistenza all’usura e alla sollecitazione termica. Come spero sia ormai noto a tutti, questo procedimento determina una notevole pericolosità per i nostri pappagalli in quanto, essendo queste sostanze tossiche (metalli pesanti), per migrazione possono con molta facilità avvelenare i nostri uccelli. L'alternativa più valida sino ad ora è la verniciatura. Ma anche in questo caso, quando si parla di vernici atossiche/ecologiche, non tutto è come sembra. In primis l'utilizzo di questi prodotti è stato reso necessario ed in alcuni casi obbligatorio per legge, al fine di tutelare gli operatori nell'ambito lavorativo e salvaguardare l'ambiente in quanto sono stati eliminati dalle loro formulazioni i cosiddetti COV (composti organici volatili), i solventi ed altre sostanze tossiche che spesso e volentieri venivano sversate nell'ambiente. Tutto ciò non certo a tutela dei nostri pappagalli. Oggi, esistono molte vernici definite “ecologiche”. Queste sono composte esclusivamente da equivalenti naturali. Ne esistono varie tipologie: all’olio di lino, a base di argilla, a base di caseine e di latte. Inoltre vengono usati anche altri elementi naturali come: resine, oli, cere, gomme, coloranti vegetali, carbonato di calcio naturale, la cocciniglia delle Canarie, sali di boro, resine nobili che resistono alle abrasioni. Per i colori si usano pigmenti provenienti dalle sostanze più disparate: terre naturali come l'argilla, minerali come il rame, fiori (lavanda selvatica, ginestra papavero), spezie (curcuma,zafferano, curry) ed altro ancora. Tutti sappiamo che i pappagalli trascorrono buona parte del loro tempo rosicchiando e leccando anche le sbarre delle gabbie, non esistono studi che accertino che, se ingeriti frammenti di queste vernici o ci sia migrazione di sostanze anche ritenute “ecologiche”, non esista tossicità. A mio avviso, il buon senso dovrebbe suggerirci il contrario. Allora ci sono le vernici destinate all'industria alimentare. In questo caso i prodotti sono certificati con analisi per determinarne caratteristiche e valori di migrazione di sostanze potenzialmente tossiche, ma anche in questo caso, se ne venissero ingeriti frammenti, non conosciamo ne la tossicità ne i limiti di tollerabilità per i nostri animali. A solo titolo di discussione potete vedere un documento riportante le analisi di un prodotto destinato all'industria alimentare : www.fassabortolo.it/documents/10179/477079/EVOC+001-certificato+secondo+norma+UNI+11021-2002/f9236f38-3b86-40be-a29a-d94c2e2db733

Per ridurre queste problematiche, le gabbie ritenute più sicure sono quelle verniciate a polveri. Rappresentano la migliore scelta in termini di ecosostenibilità (non richiedono nessun tipo di solvente). Il rivestimento è generalmente applicato a secco elettrostaticamente e viene indurito a caldo (dai 130 ai 200 gradi centigradi) costituendo una "pelle". Per il nostro uso, la pellicola che ricopre il materiale ferroso, è la più resistente alle sollecitazioni meccaniche (rosicchiamento e abrasioni), alla corrosione a causa di acidi (deiezioni, alimenti, prodotti per la pulizia ecc.) e ai raggi UV. Comunque anche questo tipo di verniciatura, certamente più duratura nel tempo, non è a “prova di pappagalli”. Sia per il comportamento degli uccelli, sia per la sovente e doverosa “manutenzione igienica“, dopo 5/6 anni anche le migliori di queste gabbie possono mostrare segni di cedimento dello strato protettivo. Per quanto concerne l'atossicità vale quanto detto per le altre vernici, se vengono ingeriti frammenti o dovesse esserci “migrazione” non conosciamo l'effetto sulla salute dei pappagalli.

L'acciaio inox

denominato anche inossidabile, è una lega che oltre al ferro e al carbonio contiene in percentuali variabili una serie di altri elementi che ne conferiscono diverse caratteristiche ed utilizzi

(cromo, nichel, manganese, molibdeno, tungsteno, titanio, niobio e silicio). Senza voler entrare troppo nel tecnico, possiamo affermare che è sicuramente il materiale “principe “ per la costruzione di gabbie: è virtualmente indistruttibile e indeformabile, tranne alcuni rarissimi casi è ipoallergenico (non provoca nessuna reazione sulla pelle), è ecologico ed il suo impatto sull'ambiente è basso, non contiene piombo, non rilascia nichel e può essere riciclato all'infinito, necessita di poca manutenzione. Ha il pregio di non arrugginire, può ossidarsi solo a temperature superiori agli 800 gradi. In verità il termine non corrisponde alla vera natura di questi metalli in quanto anch'essi sono ossidabilissimi. In condizioni normali di utilizzo, l'ossido di cromo contenuto nell'acciaio inossidabile ha la peculiarità di “autopassivare” il metallo, cioè produce una pellicola di ossidi invisibili di dimensioni molecolari che ricoprono il metallo. Questa “pellicola” forma una barriera di protezione per qualsiasi inframmettenza che potrebbe causare l'ossidazione. Anche se il metallo subisse un'abrasione o un impatto, non succederebbe nulla in quanto questa barriera è autorigenerante, cioè si riforma autonomamente in ambiente sufficientemente ossidante (aria, acqua,soluzioni varie). Per questa particolare caratteristica non si ossida e non diventa nero. Queste caratteristiche lo pongono anche al primo posto tra i materiali con bassissima “ritentività batterica”,cioè colonie di batteri non proliferano facilmente sulla sua superficie e possono essere rimosse con facilità . Naturalmente questo rivestimento può essere più o meno resistente e più o meno ancorato al materiale a seconda della concentrazione di cromo presente nella lega ed a seconda dell'eventuale presenza di altri elementi come il nichel, il molibdeno, il titanio, ecc. Da ciò, risulta che esistono diversi gradi di inossidabilità, di resistenza alla corrosione e di resistenza meccanica, cioè esistono diversi tipi di acciaio inox. Queste diverse caratteristiche sono determinate dall' American Iron and Steel Institute (AISI).

Tornando a noi ed al nostro “amore” per i pappagalli, vi ho raccontato tutto questo non per “saccenteria” ma per allertarvi sulla possibilità di incappare in imbrogli. Le gabbie in acciaio inox sono le più costose in assoluto ma si prestano più di altre alla “truffa”. Il tipo di acciaio che dovrebbe essere utilizzato è l'AISI 304 (conosciuto anche come 18/8) o l'AISI 316 (più resistente alla corrosione ma molto più costoso). L'imbroglio stà nel fatto che, anziché usare questo materiale, venga usato l'AISI 210 che contiene meno cromo e fino al 7,5% di manganese, rendendolo meno resistente alla corrosione e con la tendenza ad arrugginire dopo poco tempo. Molto meno costoso dei precedenti. Anche se leggermente più scuro, non è di facile identificazione per un inesperto. Il più adatto ai nostri fini, per la sua versatilità, sicurezza e rapporto qualità/prezzo, è l'AISI 304. Il 316 viene utilizzato in ambienti molto agressivi, dove vi sono presenti maggiori fattori corrosivi prolungati nel tempo. Rientrano in questi ambienti zone marine, ambienti salini, aree interessate allo spargimento di sale, zone a contatto con sostanze chimiche. Essendo più resistente alla corrosione salina rispetto al 304, nel settore nautico è predominante il suo utilizzo.

In alcuni siti di vendita, mi è capitato di leggere, probabilmente per dare un “valore aggiunto” al prodotto, l'utilizzo di “acciaio medical” ora non credo si possa definire un imbroglio però l' ”acciaio medical” tecnicamente non esiste. Genericamente si attribuisce l'aggettivo “chirurgico” a quei tipi di acciaio inox utilizzati nel settore medico sanitario o in gioielleria (piercing). Per questi utilizzi vengono usati l'AISI 304, il 316, il 316L, il 301 ed altri ancora. Anche sotto l'aspetto tossicità non sempre è come ci viene raccontato. Pur essendo considerato un materiale “atossico” se non di ottima qualità può soffrire di migrazione. Cioè sostanze contenute nel metallo possono essere cedute per contatto o per inalazione all'animale o agli alimenti. Per i prodotti che vengono a contatto sistematicamente con alimenti esiste un regolamento e delle normative chiamate MOCA (materiali ed oggetti destinati al contatto con gli alimenti) che stabiliscono per le sostanze pericolose per la salute umana, dei limiti massimi di migrazione. Molto spesso giungono notizie di sequestri di prodotti di importazione (accessori per cucina, articoli per l'infanzia ecc.) provenienti da paesi extra UE che non rispettano queste norme e non superano i test di controllo. Per altri manufatti, come le gabbie, non è previsto nessun controllo sui materiali. Considerando l'elevatissimo costo di queste gabbie, anche se non previsto, sarebbe opportuno fossero accompagnate da certificazioni sul tipo e sulla provenienza dell'acciaio utilizzato. Io non ne ho mai visto uno.

L'alluminio

Dimenticavo di segnalare che esistono anche gabbie realizzate in allumino, resistenti, non arrugginiscono ed hanno il pregio di essere molto leggere. Si posizionano in una fascia di prezzo intermedio tra una buona gabbia dipinta a polveri ed una in acciaio inox. Anche queste per quanto riguarda la tossicità possono avere caratteristiche simili a quelle in inox.

 

Costi:

argomento molto delicato ma vale la pena affrontarlo. Normalmente si è portati a pensare ed ad affermare che il costo di una gabbia per alloggiare un pappagallo sia troppo elevato. Non condivido assolutamente questa affermazione. Se il prodotto è valido, alle spalle c'è un lavoro non indifferente di progettazione, di costi del materiale utilizzato, di realizzazione, di imballi, di stoccaggio, di trasporti, di commercializzazione. Dobbiamo aggiungere il “rischio di impresa” il guadagno per i vari soggetti coinvolti e l'Iva. Se il prodotto è di importazione, ma con precise specifiche qualitative riguardanti progettazione e materiali, dobbiamo aggiungere altri costi compresi quelli di importazione. Gabbie di medie dimensioni offerte sul mercato a uno o due centinaia di € non possono soddisfare a pieno i requisiti descritti in precedenza. In Italia ci sono alcune aziende che producono ed offrono ottime soluzioni. Altresì ci sono organizzazioni di vendita on linee ed allevamenti che distribuiscono gabbie “blasonate” in “powder coasted” tra le migliori sul mercato anche se di importazione.

 

 

Considerazioni:

dopo questo lungo “escursus” che spero non abbia annoiato troppo, i principali suggerimenti che ritengo utile rivolgere a chi si appresta ad ospitare un pappagallo sono i seguenti:

 

Prima di acquistare l'animale procuratevi la gabbia più idonea possibile alla specie che avete deciso di accogliere nella vostra abitazione.

 

Non lesinate sul prezzo, se non potete permettervi una gabbia adeguata rimandate a “tempi migliori” l'acquisto del pappagallo. Probabilmente potreste avere difficoltà anche per visite veterinarie ed eventuali cure e farmaci.

 

Non fatevi abbagliare da offerte troppo convenienti, come abbiamo visto la qualità ha un costo e ne va del benessere del pappagallo.

 

Se vi permangono ancora dei dubbi, fatevi consigliare dal vostro veterinario o da persone comprovatamente esperte.

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