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Amazzone oratrix
Nonostante il nome lo possa suggerire, la provenienza non è dalla regione amazzonica ma dall' America centrale. Per quanto la sua particolarità nella colorazione del piumaggio, la renda una tra le amazzoni più appariscenti della specie, nel nostro paese ha una scarsa diffusione. Chiamata anche amazzone dalla testa gialla o dalla doppia testa gialla, caratterialmente se educata con attenzione e correttamente dopo lo “svezzamento naturale”, può considerarsi un buon pet al pari delle altre specie di amazzoni comunemente ospitate nelle nostre abitazioni. Non necessita di attenzioni o cure diverse rispetto alle altre specie, ed è considerata dopo il grigio africano, il miglior “imitatore” di voci e suoni, molti sostengono che nel “canto” sia ineguagliabile.
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Tassonomia

La tassonomia di questo pappagallo è ancora dibattuta e non definitiva. L’Amazona testagialla (Amazona oratrix, Ridgway 1887) secondo molti biologi tassonomi, ha attinenza alla specie Amazona ochrocephala (Gmelin 1788), a sua volta categorizzata in tre separate specie, di cui una è appunto l’Amazona oratrix. Quest’ultima specie è suddivisa a sua volta, nelle seguenti sottospecie: Amazona oratrix oratrix, Amazona oratrix tresmariae, Amazona oratrix belizensis e Amazona oratrix magna. Per alcuni studiosi ornitologi, pappagalli presenti nel Guatemala orientale sono classificati come la sottospecie Amazona oratrix guatemalensis, mentre quelli del nord ovest dell'Honduras,sono classificati come sottospecie Amazona oratrix hondurensis. Ma non tutti concordano su queste due ultime classificazioni. Infine, la sottospecie Amazona oratrix magna da alcuni autorevoli ornitologi non è riconosciuta e viene considerata facente parte della nominale. Altri studiosi ipotizzano la possibilità che alcune sottospecie come la tresmariae, costituiscano una specie a parte (Bermingham e Eberhard 2004).

Morfofisiologia

La colorazione della specie nominale Amazona oratrix è simile a quella della Amazone ochrocephala e della sottospecie Amazona ochrocephala ochrocephala, anche se è più brillante nell'oratrix.

Il colore dominante è il verde con le piume della nuca leggermente bordate di nero. La fronte, la parte superiore della testa e sporadicamente la zona intorno al collo, sono giallo intenso. La cintura che marca le ali è rossa, il bordo di queste invece è verde-giallastro. Le punte delle copritrici primarie e secondarie hanno una colorazione blu/violcea. La coda è verde, con le estremità delle timoniere giallo/verdastro, mentre alla base sono rosse. Nella porzione esterna della coda è presente una trama blu. La pelle perioftalmica è bianca, pupilla grigia con sfaccettature rosso/arancio, iride arancione zampe grigie. Non c'è dimorfismo sessuale. Lunghezza di circa 34/36 cm. con un peso di circa 380/400 g. apertura alare 20 cm.

 

Amazona oratrix oratrix (Ridgway 1887) ha in linea generale una livrea equivalente alla nominale, in questa sottospecie il giallo della testa si estende fino alla gola e fino alla parte iniziale della schiena. Le piume della nuca sono verdi con accentuate bordature nere, spesso con presenza di piume gialle e, in pochi casi, anche con piume dai bordi rossi. Il petto e l’addome sono verdi con tonalità più scure rispetto alla specie nominale.

La cintura che segna le ali è rossa con possibile presenza di piume gialle, la zona interna delle cosce è gialla. Non c'è dimorfismo sessuale. I pulli presentano un’iride più scura, il giallo è limitato solo alla parte superiore della testa e alla fronte, la cintura che marca le ali è verde. Lunghi 38 cm. pesano circa 400 g. apertura alare

di 21/23 cm.

Amazona oratrix belizensis (Monroe e Howell 1966) come la precedente con alcune differenze: il giallo della testa si estende all’area degli occhi, alle guance, ed alle orecchie. In alcuni soggetti piccole macchie irregolari gialle possono trovarsi fino alla parte posteriore del collo e alla gola. La cintura che marca le ali può in alcuni esemplari essere segnata di rosso/arancione; la gola e l’addome, hanno una leggerissima sfumatura di blu/azzurro. La pupilla può presentare diverse tonalità: rossa, arancione, grigia ecc. Non c'è dimorfismo sessuale. I pulli hanno iride e pupilla più scuri, il giallo è limitata solo alla fronte e alla parte superiore della testa. Lunghi 36 cm, pesano circa 380/400 g. apertura alare di 21/23 cm.

Amazona oratrix tresmariae (Nelson 1900), di massima come le precedenti, le differenze consistono in un giallo più pallido, esteso dalla testa alla schiena, in alcuni esemplari anche sul petto (ma di minore estensione rispetto alla sottospecie Amazona oratrix magna con la quale spesso viene confusa). Manca la marcatura di nero sui bordi delle piume della nuca che sovente sono mescolate con piume gialle e in alcuni maschi anche con piume bordate di rosso. Petto e addome sono verdi, sfumate con tonalità blu/azzurro molto brillanti, in tutti gli esemplari di questa sottospecie non è presente la bordatura nera delle piume. Nella parte interna le cosce sono gialle, anche se, in alcuni soggetti, questo colore non è presente. Una sottile bordatura rossa, miscelata con il giallo, segna le ali. I pulli mostrano il giallo limitatamente alla fronte e alla parte superiore della testa con un'iride scuro. Non c'è dimorfismo sessuale. I pappagalli di questa sottospecie, hanno una massa corporea superiore rispetto alla specie nominale e delle altre descritte. Misurano 40 cm. pesano circa 450/500 g ed hanno un’apertura alare di 23/25 cm.

Amazona oratrix magna (Monroe e Howell 1966) anch'essa possiede una livrea simile alla specie nominale. Le differenze consistono nella mutevolezza dell’estensione del colore giallo sul petto e sulla nuca. Le piume di quest'ultima in alcuni soggetti possono essere bordate di rosso, il resto delle piume del petto e dell’addome sono verdi e in tutti gli esemplari dovrebbero presentare una bordatura nera. La cintura che marca le ali è rossa con presenza di giallo, molto più estesa rispetto alla specie nominale e a tutte le altre sottospecie. Le cosce sono gialle. Nei pulli, tranne alcuni casi in cui è più esteso, il giallo è circoscritto alla fronte e alla parte superiore della testa, l'iride è più scuro. Assenza di dimorfismo sessuale. Anch'essi con massa corporea superiore misurano 40 cm. pesano circa 450/500 g. con un’apertura alare di 23/25 cm.

Alcune foto degli esemplari "magna" dell'allevamento del Sig. Dunczig:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Habitat

Abita foreste decidue alte (sono caratterizzate da piccoli alberi che perdono le foglie durante la stagione secca dell’anno), foreste spinose (arbusti con spine che dominano i climi aridi e semi-aridi), boschi fluviali umidi, boschi di mangrovie (paludi) e savane. Normalmente sino a 500 m di altitudine, ma sono state segnalate anche a 1370 m. nella zona messicana di Totula (Monterrubio-Rico 2013). Comunque, preferiscono le regioni semiaride nelle pianure dell’Atlantico settentrionale. In Belize, abita nelle savane di pini e nelle adiacenti zone di foresta sempreverde, mentre il "guatemalensis" si trova nella macchia costiera, nella savana di palme e nelle mangrovie (Lousada e Howell 1996, Eisermann 2003). La mancanza di cibo e gli incendi causano occasionali “vagabondaggi". La riproduzione avviene tra febbraio e giugno, anche se nella regione del Michoacán avviene prima, tra gennaio e maggio nelle cavità di palme del genere Roystonea (Eisermann 2003). La specie mostra preferenza per una nicchia ristretta di alberi su cui nidificare, per l'81% dei nidi segnalati sono stati utilizzati solo 11 famiglie di piante con particolare preferenza per le specie di Astronium graveolens (fam. anacardi), Brosimum alicastrum (fam. moracee) e Enterolobium cyclocarpum (fam. Fabacee), (Monterrubio-Rico 2014; Téllez-García 2008). Il successo della nidificazione è di soli 0,5 pulcini per nido (EC Enkerlin-Hoeflich1994). La specie consuma semi di specie semidecidue della foresta, come Astronium graveolens, Crataeva tapi e Sideroxylon capiri, nonché frutti di Ficus insípida e di altre specie delle foreste decidue secche tropicali (Renton 2002, Monterrubio-Rico 2014).

Andamento demografico

L'ultima valutazione effettuata e dalla IUNC (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) riguardante la specie Amazona Oratrix, risale all'Agosto 2020 ed è inserita nella “lista rossa”, cioè è considerata una specie in via di estinzione (categorie e criteri A2bcd+4bcd). Il drammatico declino della popolazione valutato al 90%, ha iniziato dalla metà degli anni 70.

Seppure basato su rilevazioni storiche, con modelli matematici e con l'algoritmo Maxent (massima entropia), il rapporto IUNC stima una popolazione di individui maturi pari a 4700 unità in continua diminuzione.

Oggi la popolazione è talmente piccola che per il futuro si ipotizzano tassi di declino inferiori ma comunque significativi e molto pericolosi per la sopravvivenza della specie.

Collocazione geografica della specie

La specie è nativa e residente nello stato del Messico, del Belize, del Guatemala e del' Honduras. In Messico sono presenti tre sottopopolazoni: la sottospecie nominale Oratrix-Oratrix che risiede da Jalisco ad Oaxaca (Roberson e Carratello 1997); la sottospecie Magna (considerata parte del nominale) presente in 13 comuni di Tamaulipas (Monterrubio- Rico 2017), in 22 comuni di San Luis Potosí (Monterrubio-Rico 2016), nel Chiapas nei comuni di La Libertad, Palenque e Reforma (Monterubbio-Rico 2016), in 13 comuni di Tabasco (Monterrubio-Rico 2016) e nalla zona di Campeche; la sottospecie Tresmariae sulle Islas Marías. Ci sono rapporti contrastanti secondo cui la popolazione di tresmariae sarebbe stabile (SNG Howell 1998) e notevolmente minacciato (Low 1995) sulla base di un vecchio rapporto di una rilevazione del 1993.

Nel Belize è presente la sottospecie Belizensis, un tempo diffusa nella zona costiera ora è limitata principalmente alle aree centrali e nord-occidentali (Clay 1999) prevalentemente nei boschi di pino-querce lungo le pianure costiere (B. Miller 2007). In Guatemala troviamo la sottospecie Guatemaltensis (Clay1999)

e in Honduras la Hondurensis (Lousada e Howell 1996), diffuse da punta Manabique in Guatemala all'estremo nord-ovest dell' Honduras.

Notizie più approfondite potete trovale qui:

https: www.cambridge.org/core/journals/oryx/article/endangered-yellowheaded-parrot-amazona-oratrix-along-the-pacific-coast-of-mexico/71E57EB091E42CE09AF2001ABFFA58F7

Cause del decadimento

Si suppone che le cause del veloce declino della specie sia dovuto al degrado ed alla perdita dell'habitat in concomitanza con alti livelli di cattura e persecuzione. In Messico si è perso il 77,4% dell'habitat primario storicamente occupato dalla specie. Nello stato di Tamaulipas l' 80% delle pianure sono state bonificate per l'agricoltura e il pascolo. La perdita di foreste nell’intero areale della specie rimane elevatissima, pari a circa il 22,5% in tre generazioni (Tracewski 2016). In Belize, dove gran parte dell’habitat idoneo si trova al di fuori del sistema nazionale di aree protette, le regioni occupate dalla specie rimangono sotto forte pressione a causa dello sviluppo e degli incendi illegali. In Guatemala le savane di palme nell'unico sito di riproduzione conosciuto vengono utilizzate per il pascolo (B. Miller, Eisermann, Fundary 2006). Nonostante il divieto, ancora troppi esemplari vengono esportati illegalmente. Anche il traffico interno è illegale ma si stima che rappresenti il 38% della perdita totale di esemplari. Negli stati messicani di Michoacan, Guerrero e Oaxaca, sono soprattutto i nidiacei ad essere catturati per il commercio di animali domestici. In Guatemala, è stato riferito che le autorità militari locali sono complici del commercio illegale di questa specie e che i bracconieri frequentano il sito di nidificazione della specie, inoltre è stata segnalata attività di caccia ai fini alimentari da parte di pescatori locali. In Belize viene cacciato e perseguitato perché danneggia i raccolti ed è tuttora vittima del traffico illecito di animali domestici, la cattura prevede l'abbattimento degli alberi nidificanti. Ulteriori minacce alle popolazioni isolate della specie, provengono dall'intensificarsi e dall'impatto degli uragani. Sulle Isole Marias, sulla costa pacifica di Nayarit, che conserva la sottospecie endemica dell'isola “Amazona oratrix tresmariae” non è noto come questa popolazione endemica possa essere stata colpita degli ultimi uragani.

Come già detto si stima una perdita del 90% degli individui dal 1970 al 1994. In Messico, sulla costa di Michoacán, è stato calcolato che la specie occupa il 45,6% della sua distribuzione storica stimata (Monterrubio-Rico 2007). Lungo tutta la costa pacifica il suo areale storico si è ridotto del 79% (Monterrubio-Rico 2010). In undici comuni dello stato costiero di Guerrero, da Tecpan de Galeana a Marquelia, la specie si è estinta (T. Monterrubio-Rico 2007). Dal 1994 al 2001 la popolazione di Punta de Manabique è diminuita del 30%, arrivando a contare solo 70 individui, principalmente a causa del bracconaggio nei nidi (Eisermann 2003

K. Eisermann 2007). È stato dimostrato che la presenza di questa specie è sei volte superiore nelle aree di foresta preservata, piuttosto che nelle aree frammentate dall’uomo e destinate all'allevamento del bestiame  (Monterrubio-Rico 2015).

 

Conservazione della specie

In Messico si sono create numerose aree protette, in nove di queste è presente nelle varie sottospecie. In Belize le aree sono sette. In Guatemala è conosciuta solo una popolazione nidificante, la zona nel 2005 è stata dichiarata “rifugio per la fauna selvaggia”. Purtroppo, causa l'elevato tasso di criminalità dell'area, un attento monitoraggio ed un efficace piano di protezione è estremamente difficile. A livello nazionale ed internazionale (fondazione Loro Parque) sono in essre svariate campagne di sensibilizzazione e di salvaguardia. Sfortunatamente la reintroduzione di soggetti allevati in cattività sembra non dare interessanti successi. Al contrario, nidi artificiali immessi, sono stati rapidamente occupati suggerendo che questo intervento possa attenuare la perdita di cavità naturali idonee alla nidificazione.

 

Specie invasiva?

Nonostante lo status di specie in pericolo di estinzione, per ironia della sorte l'amazzone dalla doppia testa gialla, in alcune zone è diventata in realtà una specie invasiva. Sono presenti in California principalmente nel bacino di Los Angeles, San Gabriel Valley, nella contea urbana di Orange, nel sud est della florida ed in altre zone del bacino caraibico. Purtroppo anche in queste realtà il bracconaggio legato al commercio illegale sta facendo diminuire la popolazione. Ma anche noi in Europa non siamo esenti da questa situazione.

In Germania, nella città di Stoccarda, nel quartiere Bad Cannstatt, da molti anni (1984) è presente una colonia di Oratrix magna perfettamente ambientata. L'ultimo censimento ne contava 58. Ultimamente è stata rilevata la presenza di una fronte blu, quindi si suppone che nel futuro possano avvenire, se non già avvenute, ibridazioni. Un aspetto interessante riguarda l'alimentazione. Da numerose osservazioni è emerso che la colonia di pappagalli si nutre di non meno di 64 piante diverse, autoctone e non. Mangiano principalmente frutti e semi. Alcune di queste piante vengono completamente ignorate dagli uccelli naturali della zona, perché amare o tossiche. Le Amazzoni non sembravano preoccuparsene! Non è ancora stato fatto uno studio scientifico approfondito ma esiste una tesi di laurea che analizza le abitudini alimentari di questa colonia (Martens, Hoppe e Voog 2013).

 

Notizie più approfondite potete trovale qui:

bioone.org/journals/ardea/volume-101/issue-1/078.101.0111/Diet-and-Feeding-Behaviour-of-Naturalised-Amazon-Parrots-in-a/10.5253/078.101.0111.full

Oratrix come pet

Non ripeterò ciò che già potete trovare nel web, mi limiterò a descrivere le mie esperienze passate e presenti. Come ormai da anni mi affanno nel cercare di far capire a chi si avvicina a questo hobby, l'importanza dell'alimentazione, anche per questa specie vale quanto scritto in questo blog. Le oratrix sono uccelli di “sano appetito” e quindi, come tutte le amazzoni, possono tendere all'obesità. Per provare a mantenere gli uccelli in buona salute, è importante stimare il fabbisogno calorico giornaliero in base al metabolismo basale e all'attività che il soggetto eserciterà (tipo di stabulazione). E' di fondamentale importanza conoscere il fabbisogno teorico di grassi e di proteine e modulare l'offerta del cibo in base a quanto richiesto dalla specie. Mai offrire alimenti a libitum. Letto così potrà sembrare complicato, ma vi posso garantire che è più semplice di quanto sembri. Per un buon equilibrio psicofisico è importante la pratica di foraggiamento. Sono uccelli molto intelligenti, portati alla risoluzione di problemi, se stimolati adeguatamente trascorreranno gran parte della loro giornata a capire come trovare il cibo. Sebbene siano pappagalli “deliziosi” li contraddistingue una grande personalità ed esuberanza, secondo il mio punto di vista non sono l'ideale per principianti. Anche se si cerca di abituarli alla presenza di più persone, tendono a legarsi ad un singolo componente della famiglia (in verità tutti i pappagalli lo fanno). Soggetti giovani possono attraversare una fase di aggressività durante la “maturazione”, questo si ripeterà nel periodo riproduttivo e, trattandosi di un comportamento ormonale, non c'è molto che si possa fare. Aumentare le ore di oscurità o intervenire sulla dieta diminuendo l'apporto proteico, per mia esperienza serve a ben poco. E' una specie che necessita di molta attenzione ed interazione sociale, pur non essendo facile alla “spiumatura”, se annoiata può sviluppare altri comportamenti indesiderati come urla eccessive, se lasciati a se stessi possono diventare veri “incubi urlanti” e lo stress può influenzare molto negativamente l'aspettativa di vita. A mio avviso, avendo ospitato sia ara, cacatua caicchi ed altre specie, non sono estremamente rumorosi. Attualmente abito in un condominio, l'esemplare che ospito normalmente vocalizza solo al risveglio quando vede la luce e quando questa diminuisce verso sera. Sporadicamente si fa sentire anche quando richiede cibo o quando rientro, ma tutto si esaurisce al soddisfacimento delle sue esigenze. Anche se un pappagallo non si dovrebbe ospitare solo perché “parla”, le oratrix sono considerate degli ottimi imitatori, quasi al pari dei cenerini, ma più portati al canto rispetto a questi ultimi. Sicuramente emettono suoni più “dolci e delicati”. Il nome “oratrix” evidenzia il modo che hanno di imitare sommessamente le voci e i suoni, come se stessero pregando, appunto dicendo le orazioni. Anche se soggettivo, sotto l'aspetto estetico, personalmente ritengo che la sottospecie più attraente sia la “magna” in quanto, come detto, l'estensione del giallo e del rosso può essere notevole. Nella convenzione di Whshington (CITES) sono inseriti nell'appendice 1 (allegato A), pertanto il percorso burocratico per l'acquisto è un po' più complicato e lungo, scordatevi, fortunatamente, di poter venire in possesso di pulli. Informatevi accuratamente e fate molta attenzione che tutto sia in regola. Di norma è una specie con un valore superiore rispetto alle altre comunemente commercializzate (aestiva o ochrocephla) soprattutto per la potenzialità di raggiungere elevate zone di giallo e di rosso che ne determinano il pregio. Per questo motivo, l'unico suggerimento che mi sento di esprimere, è di non acquistare mai un esemplare se non si sono prima visti i genitori. Ricordate che la livrea definitiva si raggiunge verso i 3/4 anni ma può mutare sino ai 6

 ciclo di vita dell'esemplare che da 2 anni ospito

                                                      

  giugno2021                                                                      luglio 2021                                                              agosto 2021

    

 

  agosto 2021    

                                                                                                   ottobre 2021

                                                     agosto 2021                                                                                                       

                                                                                       

  ottobre 2021

 

                                                                                        luglio 2022

    

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Fonti:
contributori relazione IUNC

Benstead, P., Capper, D., Eisermann, K., Enkerlin-Hoeflich, EC, Howell, S., Marín Togo, M., Miller, B., Monterrubio-Rico, T., Renton, K., Sharpe , CJ, Taylor, J., Téllez García, L. & Westtrip, JRS

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