top of page
istockphoto-1422917414-612x612.jpg
ALLEAVAMENTO A"MANO"
In primo luogo è fondamentale smentire la “leggenda metropolitana” per cui, un pullo di pappagallo, si affezionerà maggiormente alla famiglia adottiva se viene allevato a ”mano”. Non c'è nulla di vero nell'idea che un “cucciolo” si legherà più facilmente all'umano rispetto ad un soggetto già svezzato e autosufficiente. Altresì, non c'è nulla di vero anche nel fatto che solo un allevatore possa nutrire e allevare un pappagallo, ma attenzione, questo solo sul lato teorico.

Sono stati intrapresi molti studi scientifici per determinare il fabbisogno nutritivo degli animali altriciali (pulcini che si schiudono in una fase molto precoce dello sviluppo. Di solito sono ciechi e nudi alla schiusura.I pulcini altriciali sono dipendenti dai loro genitori), il mercato offre una ampia gamma di prodotti atti a questo scopo. Gli animali “nidifughi” come i polli, al contrario possono trovare cibo e sopravvivere senza un genitore. I pappagalli, come l'essere umano, sono esempi di animali “altruistici”, richiedono cure parentali intensive per fornire cibo nutrimento e protezione. La ricerca ha sempre dimostrato che il beneficio del cibo fornito dai genitori, è secondario rispetto alla stimolazione tattile e al nutrimento che si verifica quando si viene nutriti. Il cibo è necessario per la sopravvivenza, ma il “tocco nutritivo” è ciò di cui un cucciolo di pappagallo ha bisogno per prosperare e diventare un adulto pienamente funzionante. Se è difficile per qualsiasi allevatore fornire la quantità e la qualità di attenzioni necessarie per allevare un pappagallo, per altri soggetti, con scarsa o assenza di esperienza, ciò è improbabile se non impossibile.

In natura, quando un piccolo di pappagallo inizia a sbirciare fuori dal nido, questo accade a circa 2 mesi per pappagalli di media taglia come amazzoni o grigi africani, il suo cervello avrà un “ritmo di programmazione” superiore a quanto accadrà nel resto della sua esistenza.

I successivi 45 giorni di vita sono i più importanti per lo sviluppo mentale e fisico di un pappagallo. Per i primi due mesi, tutta l'energia è stata dedicata alla crescita, da un “cucciolo” indifeso si arriva un “bambino” che può vedere, sentire, annusare, gustare e ora può in piccola parte anche difendersi. Adesso è pronto per iniziare ad esplorare il mondo. Il cervello del “bambino” è pre programmato dalla natura per ricevere grandi quantità di informazioni. Potremmo paragonare questo con un computer nuovo: arriva con un disco rigido, ma con pochissima programmazione. Il disco rigido ha uno schema di sviluppo sequenziale che richiede l'avvio di determinati programmi prima che possano essere avviati i programmi successivi. La programmazione è cumulativa, alcuni programmi di base richiedono altri programmi per supportare la programmazione più avanzata e più complicata. Un esempio classico è che noi umani abbiamo bisogno di imparare a “strisciare” prima di camminare.

Un cucciolo di pappagallo ha bisogno di sviluppare istinti di sopravvivenza molto più velocemente degli umani. Le aree importanti dell'apprendimento sono vaste e comprendono cose come: difendersi, comunicare verbalmente, imparare il linguaggio del corpo, l'etichetta del gregge (abilità sociali), come volare, trovare cibo, evitare i nemici e una moltitudine di altri compiti.

Queste prime esperienze diventano parte del cablaggio del cervello e non sono facilmente manipolabili o implementabili più avanti nella vita. Alcuni dei processi di sviluppo, come trovare cibo ed evitare i nemici, possono sembrare inutili in cattività, ma sono componenti fondamentali nello sviluppo di un' elevata autostima e indipendenza da adulti in un ambiente selvaggio o domestico. Alcune osservazioni suggeriscono quanto segue: circa il 75% di questa importante programmazione cerebrale viene completata quando il pappagallo ha dai tre ai quattro mesi e circa il 90% viene completato entro i sei mesi di età. Fondamentalmente a sei mesi un cucciolo di pappagallo ha imparato il 90% di tutto ciò che imparerà nella sua vita. Esiste una stretta correlazione tra i primi sei mesi di vita di un pappagallo e i primi sei anni di vita di un essere umano. Poiché la sequenza delle fasi di sviluppo per i pappagalli e gli esseri umani è molto simile, possiamo supporre che qualunque fase sviluppino gli esseri umani nel primo anno sia molto simile al primo mese di vita di un pappagallo, e così via fino a sei mesi. (I tempi per le fasi di sviluppo si basano su pappagalli di taglia media come amazzoni e grigi, se non diversamente specificato. I pappagalli più piccoli si sviluppano più velocemente mentre i pappagalli grandi possono impiegare fino a un anno).

 

TECNICHE

Non è il fine di questo scritto illustrare tecniche o dare informazioni sull'alimentazione manuale, io sono convintamente contrario a questa pratica quando essa è eseguita da persone non tecnicamente preparate, tuttavia un semplice e parziale elenco di forniture e relative problematiche, spero servano a convincere chi volesse affrontare questa esperienza a desistere.

I pulli dovrebbero disporre di un ambiente dedicato, pulito, caldo e silenzioso. Un pullo quando nasce è immunocompetente (Capacità dell’individuo a manifestare una risposta immune, quale la produzione di anticorpi, quando le cellule del sistema immunitario sono esposte ad antigeni), significa che non può gestire facilmente grandi quantità di batteri e funghi che non sono considerati flora normale per il pappagallo adulto. Ci vogliono dai due ai tre mesi perché il bambino acquisisca tutti questi batteri e funghi che costituiscono la sua normale flora. Un ambiente domestico non può essere considerato al pari ad una nursey, per quanto si cerchi di pulire la contaminazione da batteri “cattivi” e inevitabile.

I pulli a 10 settimane dovrebbero dormire dalle 12 alle 18 ore, cosa che raramente accade in una condizione domestica. Per le prime 6/7 settimane, un pappagallo dalle dimensioni medie come un amazzone, dovrebbe essere tenuto ad una temperatura costante che va dai 21 ai 27 gradi centigradi. Senza una camera calda, in un un ambiente di casa, è impossibile garantire costantemente questa temperatura. La ventilazione e l'umidità sono condizioni ambientali importanti che possono diventare problematiche se non si presta attenzione. I requisiti di ventilazione e umidità sono gli stessi per un cucciolo di pappagallo come lo sono per un umano. Un'umidità relativa compresa tra il 50% e il 60% è adeguata. Troppa poca umidità è peggio di troppa. I piccoli che dovessero disidratarsi, potrebbero avere tempi di transito del cibo più lenti e diventare malnutriti. Il controllo del peso è un aspetto importante, l'aumento e la perdita di peso, soprattutto durante lo svezzamento, sono irregolari e spesso fraintesi anche dai veterinari, solo un allevatore esperto può valutare correttamente queste variazioni ed intervenire correttamente. Poi c'è la scelta degli utensili per l'alimentazione : formulati, siringhe, cucchiaini, cannule ecc.

Non per ultimo subentra il tempo e la manualità. Solo l'esperienza e la guida di un allevatore esperto può trasmetterla. Molto spesso, negli anni, ho visto per mancanza di esperienza, alimentare pulli con pappe troppo calde o troppo fredde, troppo dense o troppo liquide, non conoscere le dosi, non avere un piano di alimentazione specifico per la specie, far finire la formula nei polmoni con relativi problemi. Un altro aspetto che mai viene considerato attentamente, molti sorridono quando ne parlo, io ho imparatoa a chiamarlo così, è la “popologia”. Comprendere la “cacca” rende facile monitorare il consumo di cibo e la salute del tuo pappagallo. I movimenti intestinali dei pappagalli raccontano facilmente la storia di ciò che stanno mangiando e quanto tempo impiega il cibo a passare attraverso l'intestino. Un'attenta attenzione alla consistenza delle deiezioni e il monitoraggio delle dimensioni, del colore, del contenuto di urina e della frequenza delle feci, aiuteranno a determinare quanto e come il bambino sta mangiando. Anche per questo aspetto serve solo molta esperienza.

 

PROCESSO DI SVEZZAMENTO:

Lo svezzamento è la fase di sviluppo in cui un giovane pappagallo acquisisce la capacità di interagire in modo indipendente all'interno di un gruppo o di una famiglia, senza richiedere il costante supporto nutrizionale che i genitori forniscono attraverso l'alimentazione e la rassicurazione tattile. Questa fase di sviluppo ha quattro componenti principali: nutrizione, nutrimento, stimolazione tattile e disinteresse. Per la maggior parte degli animali che nutrono i loro piccoli, il cibo è uno strumento importante durante lo svezzamento. Dopo che il piccolo sarà in grado di sostenersi da solo, i genitori lo nutrano periodicamente per dimostrare che sono ancora disponibili a proteggerlo. Sapere che il supporto è vicino e disponibile anche quando non è necessario, sviluppa fiducia e indipendenza nel cucciolo. Oltre alla nutrizione, il cibo è un simbolo di sostegno, che consente al giovane animale di esplorare, imparare e svilupparsi liberamente in sicurezza. La stimolazione tattile è una parte estremamente importante dello sviluppo generale del bambino e del processo di svezzamento. In natura, per i primi due mesi, i piccoli hanno un contatto quasi continuo con i genitori, per i successivi sono solitamente a “portata di ala” in un continuo pavoneggiarsi.

I piccoli che ricevono molta stimolazione tattile dalla schiusa fino ai sei mesi, impareranno con maggiore velocità e diventeranno adulti più indipendentie fiduciosi. Senza abbondanti quantità di contatto e attenzione, il processo di svezzamento in cattività, sarà probabilmente prolungato e frustrante sia per il pullo che per e il proprietario. E' importante capire che nessun essere umano può svezzare un uccellino, lo fa automaticamente da solo. Possiamo, tuttavia, causare un ritardo nel processo di svezzamento non sostenendo adeguatamente il bambino mentre esplora questo strano, nuovo mondo. Nella maggior parte dei pappagalli comunemente tenuti come animali domestici, lo svezzamento avverrà tra le 10 e le 25 settimane di età. Generalmente, più grande è l'uccello, più lungo è il tempo necessario per completare il processo di svezzamento.

Lo svezzamento è un momento di stress per il cucciolo. Lo stress è definito come qualsiasi altro stimolo che fa funzionare il cervello. Il cervello elabora lo stress come buono, cattivo o neutro. Lo stress buono deriva da stimoli che il cervello elabora facilmente e da cui apprende o trova piacere. Lo stress negativo è uno stimolo che il cervello non può facilmente elaborare, viene determinato essere dannoso per l'apprendimento o il piacere. Lo stress neutro è causato da stimoli già noti al cervello e viene elaborato automaticamente. È importante notare che lo stimolo sperimentato da un piccolo felice, sano e fiducioso, normalmente elaborato come positivo, può diventare negativo se il cervello incontra molta frustrazione.

Un piccolo assonnato, affamato o malato può irritarsi o sentirsi frustrato quando sperimenta qualcosa che nella normalità troverebbe molto piacevole.

Conclusione:

In realtà, i pappagalli destinati ad essere pet, diventerebbero molto migliori ed equilibrati se potessero essere allevati in modo naturale dai genitori. Utile sarebbe che l’allevatore li manipolasse ed interagisse con loro regolarmente in modo da abituarli al contatto umano. È difficile per qualsiasi allevatore con  diversi cuccioli, fornire la quantità di attenzioni e la qualità necessaria per allevare un pappagallo. Questa pratica definita anche “allevamento condiviso”, comunque non sempre è possibile, non basta la volontà ed il tempo, serve la condivisione dei genitori che non sempre accettano questo tipo di ingerenza da parte degli allevatori. Mi risulta che in Olanda è in vigore una legge che proibisce l’allevamento a mano dei pappagalli, che devono restare con i genitori fino al completo svezzamento. E' comunque ammessa la loro manipolazione per abituarli al contatto con l'uomo. Purtroppo, la credenza che questa prassi migliori il rapporto tra uomo e pappagallo, oltre ad essere crudele verso i genitori che si vedono sottrarre i piccoli, porta ad avere animali adulti stressati e con problemi comportamentali. Si può aggiungere che l'inesperienza degli acquirenti provoca il più delle volte problemi medici come ustioni, infezioni, costipazioni e stasi del gozzo. Se amiamo questi animali evitiamo questa prassi che ogni stagione si trasforma in una “mattanza” di incolpevoli.

Fonti:

Stewe Hartman - The Science of Handfeeding and Weaning the Baby Parrots

J M Sharma, Overview of the avian immune system; department of Veterinary PathoBiology, College of Veterinary Medicine, University of Minnesota, 

bottom of page