
GRUPPI ALIMENTARI COSTITUENTI
Tutti gli animali per sopravvivere, crescere, riprodursi e rimanere in salute, nella loro dieta richiedono 5+1 categorie di nutrienti, a loro volta suddivise in due classi: macronutrienti (proteine,carboidrati e grassi) e micronutrienti (vitamine e minerali). I macronutrienti hanno livelli dietetici misurati in grammi. Tutti e tre forniscono energia (misurata in calorie), ma cambia la quantità di energia prodotta per grammo: carboidrati
e proteine sviluppano circa 4 calorie per grammo i grassi ne sviluppano circa 9.
I carboidrati, le proteine e i grassi, come già accennato, vengono scomposti dall'apparato digerente nei componenti di base: le proteine in aminoacidi, i carboidrati in zuccheri, i grassi in acidi grassi e glicerolo. Anche l'acqua viene considerata un macronutriente. I micronutrienti hanno livelli dietetici misurati in microgrammi, sono necessari per molte reazioni e processi chimici.
Aminoacidi e proteine
Prima di tutto, cerchiamo di capire cosa sono gli aminoacidi; possiamo dire che sono l'unità primaria delle proteine. Pensiamo, molto semplicisticamente, ad una costruzione della “LEGO”, tanti mattoncini tenuti insieme da una colla chiamata “legame pepdidico”, una lunga sequenza di questi mattoncini, da origine ad una proteina. All'interno dell'apparato digerente questi legami vengono rotti ed i singoli aminoacidi vengono assorbiti ed utilizzati dall'organismo. Poiché le proteine sono molecole complesse, l’organismo impiega più tempo a scomporle. Di conseguenza, costituiscono una fonte di energia molto più lenta e duratura rispetto ai carboidrati. L’organismo ha bisogno di proteine per mantenere e sostituire i tessuti, per il proprio funzionamento e la crescita. Se l’organismo non riceve calorie a sufficienza da sostanze nutritive o dai grassi immagazzinati nel corpo, le proteine sono utilizzate per produrre energia. Se viene assunta una quantità di proteine maggiore del necessario, l’organismo le scompone e le immagazzina sotto forma di grasso. In natura, sotto il profilo chimico, esistono più di 500 aminoacidi ma solo 20 sono di nostro interesse. 9 di questi, chiamati essenziali (arginina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, valina, triptofano e treonina ), non vengono sintetizzati dai pappagalli. Questi aminoacidi devono essere assunti con la dieta. Sulla base della ricerca nei polli, glicina, istidina e la prolina sono spesso considerati aminoacidi essenziali. La ricerca ha dimostrato che i tassi di sintesi di questi amminoacidi non sono sufficienti a soddisfare le richieste dell'organismo. Negli ondulati è stato osservato, come già dimostrato nei polli, la scarsità di glicina, suggerendo che gli uccelli psittacidi non sono in grado di sintetizzarne abbastanza per soddisfare il metabolismo. Il fabbisogno quantitativo di amminoacidi dipende dallo stato fisiologico dell'uccello: negli adulti in mantenimento risulta essere più basso rispetto alle femmine in deposizione e ai piccoli.
Inoltre, un livello essenziale di proteine deve essere incluso nella dieta anche per soddisfare i livelli di azoto dell'animale. In natura, alcuni psittacidi adattano la loro riproduzione alla disponibilità più elevata di alimenti proteici indicando che gli aminoacidi, sono un elemento determinante per la riproduzione. Anche in questo caso non elencherò dati relativi alla ricerca in quanto troppo tecnici e dispersivi. Il fabbisogno proteico (espresso in percentuale nella dieta) aumenta con l'aumentare delle dimensioni corporee, dunque, livelli più elevati di proteine possono essere necessari ai pappagalli più grandi come le Ara. Esperimenti eseguiti con i cenerini (Psittacus erithacus erithacus) suggeriscono un fabbisogno compreso tra 10 e il 15% di proteine per mantenere i livelli di proteine plasmatiche. Queste possono salire al 20% nei periodi di rapida crescita (pulcini), produzione di uova, o riparazione e sostituzione (guarigione da malattia o muta) Nei nettarivori e nei frugivori, le perdite di azoto dal tratto gastrointestinale sono relativamente basse rispetto ai granivori indicando che il loro fabbisogno proteico dovrebbe essere inferiore. Frankel e Avram hanno esaminato la dinamica delle proteine alimentari in lorichetti arcobaleno e hanno osservato tassi molto bassi di perdite di azoto. Hanno scoperto che il fabbisogno proteico di mantenimento era solo del 2,9% se nutriti con proteine di alta qualità e facilmente digeribili (albume d'uovo). Tuttavia, essendo le proteine del polline notevolmente meno digeribili, si presuppone la necessità di livelli proteici dietetici più elevati usando questo alimento. L'argomento non si esaurisce certo in queste poche righe, sono disponibili dati relativi a decine di sperimentazioni per determinare i valori proteici e, la letteratura specializzata, ci informa dei fattori e delle variabili che influenzano questa determinazione e dei problemi legati alla carenza o alla tossicità proteica.
Carboidrati
I carboidrati (zuccheri e amidi), detti anche glucidi sono sostanze formate da carbonio ed acqua e sono contenuti principalmente negli alimenti di origine vegetale. In base alla loro struttura chimica possono essere classificati in semplici chiamati zuccheri (a loro volta suddivisi in: monosaccaridi come il glucosio, fruttosio e galattosio – disaccaridi, formati dall'unione di due monosaccaridi come il saccarosio (glucosio + fruttosio), lattosio (glucosio + galattosio) e maltosio (glucosio + glucosio) – oligosaccaridi formati da due a dieci molecole di monosaccaridi come le maltodestrine), complessi chiamati polisaccaridi (amidi e fibre): sono composti da lunghe catene di carboidrati semplici. Poiché i carboidrati complessi sono molecole più grandi rispetto ai carboidrati semplici, devono essere scomposti in carboidrati semplici prima di poter essere assorbiti. Di conseguenza, tendono a fornire energia all’organismo più lentamente rispetto ai carboidrati semplici, ma comunque più rapidamente rispetto alle proteine o ai grassi. Ai carboidrati complessi appartengono anche le fibre, a volte definite come carboidrati indigeribili (solubili e insolubili). La cellulosa è il carboidrato principale presente nelle piante ma, poiché gli uccelli non possiedono l'enzima cellulasi nel tratto digestivo, queste non si scompongono, non vengono digerite e hanno un basso valore nutritivo (sali minerali), forniscono massa molto importante per la digestione e per la motilità intestinale (peristalsi). Innumerevoli osservazioni in natura, hanno evidenziato un notevole consumo di fibre da parte di molte specie. La maggior parte dei carboidrati sono prodotti vegetali, formati dalla fotosintesi utilizzando la luce solare in presenza di clorofilla. Tecnicamente, le piante trasformano l'energia luminosa in energia chimica combinando carbonio, idrogeno e ossigeno in una complessa serie di reazioni. Gli zuccheri e gli amidi risultanti vengono immagazzinati nella struttura e nei semi della pianta. La sostanza secca della maggior parte delle piante contiene dal 60% al 90% di carboidrati. Il gruppo alimentare che ne contiene in maggiore quantità è quello dei cereali. I carboidrati forniscono la maggior parte dell'energia necessaria per mantenere il battito cardiaco, la respirazione, la digestione del cibo, e tutte le funzioni cerebrali. Possiamo immaginare i problemi legati ad una dieta troppo povera di questi, ma attenzione anche all'eccesso, troppe calorie, producono altri problemi non meno gravi. Quindi, quanti ne dobbiamo somministrare al nostro pappagallo? Per quanto sorprendente possa sembrare, non esistono studi approfonditi che ne indichino un esatto fabbisogno nutrizionale. Ad oggi, l'unico modo per gestire al meglio questi elementi è la moderazione e la varietà del cibo.
Acqua
E' il nutriente più critico e più importante per la maggior parte delle specie. Spesso dimenticata o sottovalutata, l'acqua è l'elemento essenziale per il mantenimento dell'omeostasi cellulare (capacità a conservare le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne dell'ambiente tramite meccanismi di autoregolazione dispositivi omeostatici ), per numerose reazioni metaboliche, per l'integrità epiteliale, per la digestione degli alimenti, per l'escrezione dei rifiuti, per l'igiene. Un pappagallo può perdere quasi tutto il grasso corporeo, i carboidrati immagazzinati, ed oltre la metà delle sue proteine e ugualmente sopravvive. La perdita del 10% di acqua corporea se, non viene velocemente integrata, può causare gravi malattie e portre alla morte. Ci sono due fonti principali di acqua: quella ingerita e quella metabolica. La prima viene consumata bevendo o “mangiata” con alimenti ricchi di essa (frutta e verdura), la seconda, è l'acqua prodotta durante il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi nel processo digestivo (ossidazione dell'energia dei nutrienti del cibo).
(Sono stati descritti quattro metodi generali di abbeveramento: Cacatuidae (cacatua), raccoglie l'acqua con il becco inferiore e con la lingua effettua uno sciacquo; Loriinae, bagna con l'acqua la punta della lingua come un pennello; Psittacinae, raccogle l'acqua con la punta della lingua che viene poi pressata nel palato per essere ingurgitata; Psittrichadinae e Loriculinae, tengono la lingua premuta contro il palato e bevono con un'azione aspirante)
La quantità esatta richiesta giornalmente dipende dalle dimensioni corporee, dalla dieta, e dalla temperatura ambientale. In generale, gli uccelli hanno una efficace capacità di conservare l'acqua: le piume hanno anche la funzione di ridurre al minimo le perdite evaporative mentre l'efficacia dell'apparato renale e del complesso cloacale, limitano le perdite escretrici (apparato escretore o urinario). Negli ondulati, a temperatura termoneutrale (condizione di benessere e capacità di mantenere la propria temperatura corporea senza dover variare il metabolismo), si verifica una perdita di acqua di circa il 35% per escrezione e del 65% per evaporazione. Uccelli granivori molto piccoli, possono sopravvivere senza bere acqua perché ne producono metabolicamente attraverso l'ossidazione dei carboidrati e dei grassi, una quantità sufficiente per sostituirne le perdite. Il parrocchetto di Budgerigar (27g.) e il parrocchetto di Bourke (39g.), a temperature fresche (10°– 20°C), possono vivere senza acqua potabile ma ne necessitano a temperature più elevate. Le specie di maggiori dimensioni hanno bisogno di acqua a tutte le temperature ambientali. MacMillen e Baudinette hanno determinato che il fabbisogno idrico nei pappagalli adulti (da 48 a 295 g) è di circa il 2,4% del peso corporeo. Con l'aumentare della temperatura ambientale, aumenta il fabbisogno di acqua in quanto avviene una maggiore evaporazione dalla pelle e, mentre l'uccello ansimando si raffredda, anche dai polmoni. Come esempio, i parrocchetti monaci (Myiop sitta monachus) stabulati a 45°C hanno 12 volte il tasso di perdita di acqua per evaporazione rispetto agli uccelli alloggiato a 30°C. Comunque, la perdita evaporativa dell'acqua, è compensata per la maggior parte dall'acqua metabolica . Nella stagione molto calda, la quantità di acqua consumata dovrebbe aumentare di circa 10 volte. Quando l'acqua è disponibile senza limitazioni, la maggior parte degli uccelli ne beve molta più di quanto descritto. Gli ondulati, ché
come abbiamo visto non necessiterebbero di acqua potabile, se a libera disposizione ne consumano in media 4 ml/giorno. C'è anche una notevole variazione individuale nel consumo di acqua dovuta alla polidipsia (Sensazione di sete intensa con ingestione di notevole quantità di liquido, sproporzionata al fabbisogno idrico dell'organismo) che potrebbe anche essere di origine psicogenica. (Parte della psicologia che studia l'origine e lo sviluppo della psiche e delle sindromi mentali). Nella colonia di calopsitti dell'Università della California, un soggetto di 93g. che richiederebbe circa 2,5 ml di acqua/giorno, ha consumato in media13,6 ml/giorno. In tutta la colonia di questi volatili, l'assunzione di acqua è stata elevata, con notevoli variazioni da soggetto a soggetto (4,5–31,5 ml/giorno). Questa notevole variabilità è stata riscontrata anche in altre specie tra cui i cacatua. E' chiaro che uccelli che si nutrono di frutta e verdura fresca che spesso contiene anche un 85% di acqua, dovrebbero avere livelli di consumo inferiori di quanto descritto. Comunque acqua potabile, fresca e pulita, non deve mai mancare ai nostri uccelli.